Studieranno l’area colpita dal sisma almeno fino ad ottobre i satelliti COSMO SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana. A riferirlo all’Adnkronos è il direttore Asi della missione COSMO-SkyMed, Alessandro Coletta. “Andremo avanti per almeno 30 giorni” afferma. “Dopo aver seguito le conseguenze della scossa principale e delle successive ‘prime’ repliche, nei prossimi 30 giorni -spiega Coletta- con i nostri satelliti eseguiremo rilevazioni degli effetti dello sciame sismico“. Dati, aggiunge, che consentono di “documentare cosa sta accadendo al territorio” in seguito al terremoto del 24 agosto scorso. “Ma i tempi potrebbero allungarsi ancora. Sicuramente la Protezione Civile ci chiederà di continuare a rilevare dati sul territorio con i satelliti Cosmo-SkyMed” continua Coletta. “Penso che potremmo seguire l’area anche per un anno, come è successo dopo il sisma de L’Aquila e dell’Emilia” indica il direttore Asi della missione COSMO-SkyMed. Proprio oggi Asi, Ingv, Cnr-Irea e Dipartimento della Protezione Civile hanno diffuso una mappa del territorio così come osservata in questi giorni dai satelliti COSMO-SkyMed. I satelliti hanno rilevato, sottolinea Colucci, “sprofondamenti e frane nella zona del sisma“. “La mappa -spiega- si tinge di rosso quando c’è un allontanamento del suolo dal satelliti e ciò sta ad indicare un abbassamento del terreno“. “Grazie all’altissima risoluzione dei satelliti COSMO-SkyMed è stato possibile osservare -continua l’esperto dell’Asi- una frana sul versante del Monte Vettore“. Sulla zona del terremoto sono in transito e inviano dati a terra, ognuno con la propria specificità tecnologica e la propria geometria di osservazione, il satellite giapponese Alos-2, i satelliti europei dell’Esa Sentinel 1-A e Sentinel 1-B del programma Copernicus della Commissione Europea, e la costellazione CosmoSkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana.
“Con i dati forniti da Cosmo SkyMed siamo solo all’inizio – ha spiegato Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana – l’area interessata dal fenomeno sismico e’ molto vasta e la raccolta e l’analisi dei dati satellitari proseguira’ ancora per mesi e ci permettera’ di dare ancora molte informazioni importanti“. “Da terra alcuni aspetti possono sfuggire e risultare evidenti solo dallo spazio“, ha spiegato Battiston. “Normalmente ci si concentra sulle zone abitate e gli edifici e non e’ affatto ovvio monitorare con strumenti di precisione le montagne. Ma dallo spazio possiamo farlo molto piu’ facilmente, possiamo rivelare indizi su cui fare maggiori approfondimenti“.