Terremoto del Friuli, fra l’11 e il 15 settembre 1976 ancora forti scosse dopo quelle di maggio

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Nel maggio del 1976 il Friuli e la vicina area della Slovenia (a quel tempo Jugoslavia), venivano colpite da una forte scossa di terremoto. Al terremoto principale, di magnitudo 6.5 e verificatosi il 6 maggio alle 21 della sera, seguirono numerose repliche nei giorni e nei mesi successivi. Il bilancio di quel sisma fu molto pesante, con 990 vittime e migliaia di sfollati.

Dopo una relativa calma durante i mesi estivi, l’11 settembre e il 15 settembre, quindi oltre quattro mesi dopo la scossa devastante di maggio che aveva causato centinaia di vittime e vaste distruzioni nella provincia di Udine, si verificarono altri forti terremoti di magnitudo superiore a 5. In particolare i più forti avvennero alle ore 04.15 e alle 10.21 del 15 settembre con magnitudo rispettivamente 5.9 e 6.0 e l’11 settembre, con magnitudo 5.8. Le scosse crearono nuove devastazioni.

Come mostrano le mappe dell’INGV, gli epicentri delle scosse di settembre avevano una posizione spostata verso est rispetto a quelle di maggio. Secondo l’INGV ciò mostra una probabile attivazione dei sistemi di faglia adiacenti

Il fenomeno dell’attivazione di sistemi di faglia adiacenti dopo un primo importante evento sismico è molto nota ai sismologi: avviene infatti in molte sequenze sismiche studiate in tutto il pianeta. Quello che cambia è però il tempo di attivazione dei sistemi contigui: a volte si tratta di minuti, altre volte di giorni, altre volte mesi. Infine, non sempre vi è un’attivazione del sistema contiguo. Ciò che si può fare, di fronte a questa imprevedibilità, è come sempre agire con la prevenzione, costruendo cioè in modo sicuro nelle aree soggette a sismicità.

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