Fratture ben visibili sul manto stradale, insieme a frane, scoscendimenti e crolli di massi di piccole e medie dimensioni. E’ quanto ha rilevato, in un’area di circa 40 chilometri compresa tra Castelluccio di Norcia a Nord e la localita’ Ortolano posta a sud del Lago artificiale di Campotosto, una squadra di geologi di Emergeo, uno dei gruppi operativi di emergenza sismica per i rilievi geologici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia (Ingv). A partire dal 24 agosto, dopo il terremoto, i geologi si sono attivati per effettuare le prime indagini sugli effetti dei terremoti sul territorio, concentrandosi sia sugli effetti cosismici primari (ovvero direttamente legati alla rottura del terremoto come fagliazione e fratturazione superficiale) che su quelli secondari (ovvero riconducibili allo scuotimento provocato dalle onde sismiche come frane, scoscendimenti, crolli di massi, liquefazioni, etc). Al momento, sono state catalogate informazioni geologiche su circa 2400 punti di osservazione.
Il terremoto e’ l’effetto dell’improvviso scorrimento relativo delle masse rocciose che compongono la crosta terrestre lungo zone di rottura dette faglie. I grandi terremoti con magnitudo generalmente maggiore di 6 producono effetti non solo sul costruito, ma anche deformazioni permanenti sulla superficie terrestre in un’area ampia anche alcune centinaia di km2. Gli effetti diretti del terremoto, spiegano i geologi, sono il ribassamento/sollevamento di porzioni della superficie terrestre che possono essere osservate con metodi di studio sia terrestri che satellitari (geodesia e telerilevamento). Quando queste deformazioni sono di entita’ ingente possono produrre effetto superficiali visibili anche a occhio nudo come ad esempio fenomeni di impaludamento, inondazione, o emersione di porzioni importanti del territorio.
Tra gli effetti indiretti, quindi non necessariamente legati al movimento sul piano di faglia ma solo come risposta allo scuotimento prodotto dal terremoto, la fratturazione senza organizzazione geometrica regolare, la liquefazione e le frane sono i piu’ comuni. La liquefazione ha luogo in presenza di depositi sciolti, a prevalenza sabbiosa e saturi in acqua, quindi la osserveremo preferibilmente in piane alluvionali e costiere. Ad eccezione del fenomeno della liquefazione, concludono gli esperti dell’Ingv – di cui non sono ancora pervenute segnalazioni, tutti gli altri effetti sembrano essere stati prodotti nell’area epicentrale del terremoto di Amatrice del 24 agosto.