Dopo il terremoto il ministero del Lavoro “vuole produrre la volonta’ nelle persone di rimanere in quei luoghi. Vorremmo che quelle persone possano in piena liberta’ confermare la loro volonta’ di far rinascere quelle comunita’“. Cosi’ il ministro del Lavoro Giuliano Poletti illustrando gli interventi del suo dicastero per le popolazioni colpite dal terremoto. “Vogliamo creare la migliore condizione possibile perche’ possano rimanere li – ha aggiunto – e non sentirsi costretti a spostarsi per trovare un reddito. Dal punto di vista degli strumenti normativi abbiamo due opzioni che stiamo valutando – ha detto ancora – da una parte si andra’ all’interno del decreto che il Cdm dovra’ approvare, nel quale saranno presenti anche altre tipologie di intervento che gli altri ministeri stanno studiando, e che hanno bisogno di un contenitore normativo. Dobbiamo valutare invece se il blocco dei termini si possa fare con un provvedimento amministrativo. E’ l’unico elemento che stiamo valutando con Palazzo Chigi. Per quanto riguarda la copertura finanziaria il ministero del Lavoro e’ in grado di garantirla. Non avremo problemi di risorse, abbiamo dotazioni adeguate” ha concluso Poletti.
“Vogliamo lavorare insieme con le Regioni e costruire un rapporto diretto con le comunita’, anche andando a dialogare con imprenditori e lavoratori per capire qual e’ il problema e quale la soluzione possibile. Vogliamo essere aderenti alle peculiarita’ dei territori, la risposta deve essere tagliata sulle condizioni effettive dei territori“. Così il ministro Poletti, illustrando gli interventi del suo dicastero per il post Terremoto. Il lavoro di coordinamento “lo fara’ il commissario con gli enti locali, noi ci impegniamo ad aiutarlo. Sull’area di intervento oggi ci regoliamo cosi’: c’e’ un primo atto che definisce un numero di Comuni, partiamo da questi. Costruiamo le regole a partire da questi, e poi diventera’ piu’ facile applicarle nel caso anche ad altri Comuni. Sui numeri dei beneficiari non abbiamo numeri che vadano oltre il numero dei residenti e il numero potenziale dei lavoratori. Ma dobbiamo disaggregare le situazioni – ha concluso – e’ un territorio fatto di piccole imprese e realta’ che dobbiamo prendere una per una“.