Quattordici anni dopo il terremoto in Molise la ricostruzione non è ancora stata portata a termine. In media nei 14 comuni della provincia di Campobasso colpiti all’epoca dal Sisma, i lavori sono quasi al 70 per cento: quasi ultimati a San Giuliano di Puglia, paese simbolo della tragedia, dove crollo’ la scuola Jovine causando la morte di 27 bambini e una maestra, ma sono molto più indietro nei centri limitrofi. Una decina, invece, le persone che vivono ancora nelle casette di legno prefabbricate, tra Bonefro e Ripabottoni.
A fare un punto della situazione è il consigliere regionale delegato alla ricostruzione, Salvatore Ciocca. “Quando ci siamo insediati, nel 2013, 11 anni dopo il Sisma – spiega all’ANSA – i lavori erano al 36 per cento, in tre anni abbiamo raddoppiato questo dato e oggi siamo quasi al 70 per cento. L’obiettivo e’ quello di completare tutto entro il 2018; dobbiamo stringere i denti per rispettare questi tempi“. Tanti i ritardi accumulati in tutti questi anni. Tra le cause principali, secondo Ciocca, anche la questione dei pagamenti alle imprese attive nella ricostruzione, a consuntivo. “Non sono previste anticipazioni con gravi conseguenze per le ditte“, evidenzia il consigliere delegato. “Noi adesso – spiega ancora – abbiamo supplito a questo deficit con la partecipazione di Finmolise alla ricostruzione“. La società finanziaria della Regione può concedere un prestito rotativo, a titolo di anticipazione, alle imprese edili in attesa dei pagamenti per i lavori effettuati. “Finmolise interviene sulle opere gia’ effettuate, la Regione recupera l’anticipazione, e, attraverso il meccanismo rotativo, rimette in circolo la somma per onorare il turno del pagamento“, spiega ancora Ciocca.