Terremoto: Renzi scommette su Casa Italia, 10 anni per ricostruire

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Mentre il centro Italia continua a tremare, dopo una nuova scossa di magnitudo 3.2 avvenuta nella notte a Rieti, a Palazzo Chigi si fa il punto sulla ricostruzione. Secondo il premier, che ha convocato Anci, Regioni e Upi per il progetto ‘Casa Italia‘, ci vorranno una decina di anni. Sarà una “scommessa” non per i prossimi mesi, ma per i prossimi anni. Una “scommessa infrastrutturale” che “tenga insieme interventi sulle scuole, bonifiche, banda larga, dissesto idrogeologico, periferie, impianti sportivi, tutto articolato insieme per progetto complessivo che abbia linee guida chiare e una regia di insieme”.

“In Italia si torna a progettare” ha detto nel primo giorno di consultazioni con Anci e organizzazioni professionali, associazioni imprenditoriali, sindacali e ambientaliste. “Si torna a fare progettazione con criteri nuovi e tecnicamente all’avanguardia, per questo abbiamo coinvolto il rettore del Politecnico di Milano, massima autorità in materia”. Dall’inizio della sequenza sismica che sta interessando il Centro Italia la Rete sismica nazionale dell’Ingv ha localizzato oltre 5800 eventi: 164 i terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0, 15 quelli localizzati di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 ed uno di magnitudo maggiore di 5.0 (quello di magnitudo 5.4 avvenuto il 24 agosto alle 4.33 italiane nella zona di Norcia).

Dalle 8 di ieri sera sono stati registrati 5 terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 3.0. Le somme sui danni a quanto pare si tireranno a fine mese, con delle verifiche tecniche. Intanto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, dopo il primo giro di tavolo di consultazioni con i rappresentanti territoriali, assicura che su Casa Italia c’è “piena convergenza istituzionale”, e che si lavora per “definire gli strumenti di strategia, oltre agli obiettivi”.

Il presidente dell’Anci Piero Fassino ha detto di aver presentato dei progetti per “consentire ai comuni di intervenire sul proprio patrimonio edilizio e per scomputare dai saldi di bilancio le risorse che saranno utilizzate”. I Comuni, ha aggiunto, hanno bisogno di “strutture tecnico-amministrative” e vanno messi in condizione di “assumere personale necessario in deroga al blocco del personale”, dunque occorre “semplificare le procedure che sono burocraticamente lunghe e farraginose”.

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