“Non mandate più farmaci“. E’ l’appello che arriva dai farmacisti ospedalieri di Sifo, la Società dei farmacisti ospedalieri e dei servizi territoriali delle aziende sanitarie, impegnati in quest’ultima settimana sul fronte del terremoto che ha colpito la zona al confine tra Marche, Lazio e Umbria. A illustrare la situazione sono, in particolare, i farmacisti che lavorano nell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, in prima linea nei giorni dell’emergenza per approntare tutto il necessario e supportare l’accoglienza dei feriti provenienti dai paesi di Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Il direttore del dipartimento farmaceutico dell’ospedale di Ascoli, Isidoro Mazzoni, di concerto con la direzione del nosocomio, spiega che è importante diffondere il più possibile questo appello, perché nel distretto stanno continuando ad arrivare medicinali e altro materiale sanitario in eccesso. “Così si rischia di intralciare l’attività“, dice Mazzoni. Oltretutto le farmacie di comunità della zona terremotata di Ascoli Piceno sono perfettamente agibili e operative. Sabato scorso, giorno dei funerali delle vittime di Arquata del Tronto, l’ospedale Mazzoni ha ricevuto la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, venuto per salutare alcuni pazienti ricoverati (tra cui la piccola Giorgia, estratta viva dalle macerie dopo 15 ore), ma anche per portare il suo ringraziamento al personale che ha lavorato senza sosta per far fronte all’emergenza. Mattarella, ricordano dalla Sifo, è andato a stringere la mano anche ai farmacisti ospedalieri. “La notte del terremoto – racconta Mazzoni – alle 5 del mattino, a meno di due ore dall’evento eravamo già tutti operativi nella farmacia dell’ospedale di Ascoli, supportati dai colleghi di San Benedetto del Tronto. E abbiamo continuato a operare ininterrottamente per 60 ore“. Il lavoro dei farmacisti ha garantito una gestione ottimale della situazione, senza che si verificasse alcuna carenza o problema. Da un lato, gli ospedali di Ascoli e San Benedetto del Tronto potevano contare su scorte sufficienti di farmaci e dispositivi medici necessari in quei frangenti, dall’altro le esercitazioni che periodicamente i farmacisti ospedalieri di Ascoli svolgono, li hanno aiutati a mantenere il sangue freddo e ad essere pronti di fronte all’emergenza. Dopo i primi giorni e una volta terminata l’accoglienza di tutti i feriti, l’attività della farmacia ospedaliera si è poi “normalizzata”. Un importante supporto sul campo, rileva la Sifo, è arrivato dal camper della Fofi (Federazione degli Ordini dei farmacisti), che ha garantito la reperibilità notturna dei farmaci nei centri colpiti.