Terremoto, vignette Charlie Hebdo: il brillante commento di Sabina Guzzanti fa impazzire il web

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Con un post sulla propria pagina facebook, Sabina Guzzanti commenta le vignette di Charlie Hebdo sul Terremoto in Italia e fa impazzire il web: in poche ore, oltre 20.000 “Mi Piace” e 11.000 Condivisioni. Ecco il post:

PENNE AL SUGO, PENNE GRATINATE, LASAGNE

Condanna unanime del web. Ma proprio unanime? No. Io per esempio non mi unisco all’unanime condanna.
La vignetta di Charlie non descrive forse perfettamente quello che è successo e quello che tutti pensiamo? Non ci sentiamo tutti carne da macello e quindi potenziale ragù per le lasagne?

Sappiamo perfettamente che ci saranno altri terremoti. Chi è più informato sa che ne arriveranno di devastanti.
Il 20 settembre verrà presentata la legge finanziaria. Sappiamo tutti che non stanzierà fondi per la messa in sicurezza delle costruzioni e che presto ci saranno altre centinaia di morti e poi altre centinaia ancora.
E questo perché la politica economica di questo paese è gestita da sempre da banditi. Gente che pensa all’affare del momento e che se ne fotte del futuro della sua comunità, perché non considera il paese la sua comunità. La comunità dei banditi è la cerchia ristretta dei loro complici e familiari.

Cosa c’è che non va nella vignetta? Non dice forse la verità?
O non ci va che la verità la dica uno stronzo di francese?
E’ disumana, è di cattivo gusto. Invece lasciare che ci siano ancora migliaia di vittime innocenti è umano? Solo perché facciamo finta di dimenticarci che fra 3/5 anni succederà ancora la stessa cosa? Questo è il buon gusto degli ipocriti. Buono a chi piace, a me fa pena.

Vorrei aggiungere una cosa ovvia: una vignetta non è nulla. Non ha nessun potere di incidere sulla realtà. E’ esattamente quello che vediamo. Occupa nei nostri pensieri esattamente lo spazio che occupa quando la guardiamo. Se è bella provoca un sorrisino, se è profonda un altro tipo di sorriso. Se è brutta, un leggero scuotimento del capo. Poi finisce.
Giusto in Africa arrestano la gente per le vignette, per questo gli africani scappano e alcuni di loro muoiono affogati e di certo lo sappiamo la condanna unanime per questo non scatta.

Le vignette non sono niente. L’autore della vignetta può essere importante quando ne fa tante. Tante vignette possono raccontare un paese, un periodo storico, possono esprimere una visione del mondo. Ma una vignetta singola non conta niente. Anche quando una vignetta è geniale, anche quando sintetizza perfettamente questioni su cui altri spendono fiumi di parole, resta sempre irrilevante il suo potere di cambiare. Per questo non trovo rispettabile questo indignarsi per le vignette.

Fa ridere non fa ridere?
Ragioniamo un istante: Secondo voi l’autore di Charlie ha fatto quel disegno con proposito di farci ridere? O col proposito di farci incazzare? Io direi di farci incazzare e direi che c’è riuscito.
Allora accusare uno di non essere divertente quando non aveva nessuna intenzione d’essere divertente, non vi sembra senza senso?
E’ vero è diverso dal comico Rai e dal comico Mediaset che fa le battute su sua moglie che spende troppo e la suocera che parla troppo. Quelle battute sono un taglio, non si discute.
Gli autori di Charlie invece se ne fottono di far ridere. Per questo ogni tanto gli sparano.
La morale è che è importante incazzarsi con chi ti devi incazzare. Chi trova un capro espiatorio nei liberi pensatori compie forse inconsapevolmente un gesto vile. Si sfoga della sua frustrazione con un potenziale alleato e si unisce e solidarizza con i suoi carnefici.

La battuta su Allah invece è proprio una stronzata senza senso anche secondo me.

P.S.

leggendo i vostri commenti ho riflettuto sul fatto che anche io in un primo tempo mi sono indignata per la vignetta. poi cosa è successo? l’ho guardata coi miei occhi. mi sono accorta che il giudizio collettivo “una vignetta che irride i nostri morti” non corrisponde a quello che vedo. io vedo una vignetta amara, anche brutta, non è questo il punto, in cui cadaveri e macerie si ammucchiano, in cui la vita non vale nulla. non vedo una presa in giro dei morti.
il conformismo ci spinge a non guardare le cose coi nostri occhi.
non è che ci sono persone naturalmente conformiste o anticonformiste. è uno sforzo che si decide di fare ogni volta. è una specie di fatica che si chiama pensare che poi diventa sempre un piacere e ci rende liberi“.

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