Tra sostenibilità e gusto, al via a Torino “Terra Madre”

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Un’edizione ricca di novità per celebrare i 20 anni dalla nascita del Salone internazionale del gusto e i 30 anni di attività di Slow Food in Italia. E’ ‘Terra Madre – Salone del gusto‘, la manifestazione organizzata da Slow Food, Regione Piemonte e Città di Torino, in programma nel capoluogo piemontese dal 22 al 26 settembre. E quest’anno l’evento si sposta per la prima volta nel cuore di Torino, uscendo dal polo fieristico, per venire incontro al pubblico e coinvolgere tutta la città. La manifestazione cambia anche nome, portando in primo piano ‘Terra Madre’ per sottolineare la centralità delle comunità del cibo e il ruolo da protagonisti che sempre più è assegnato a tutti coloro che nel mondo coltivano e producono il nostro cibo, mettendo in evidenza valori come responsabilità sociale e sostenibilità. Il tema di ‘Terra Madre – Salone del Gusto 2016’ è ‘Voler bene alla terra’, racchiude in sé il cuore delle attività di Slow Food nel mondo. “Voler bene alla terra significa prendersene cura, occuparsene con gentilezza e amore: coltivare e custodire l’ambiente deve essere il segno distintivo di questo momento. Serve una mobilitazione delle anime di tutti noi, un movimento globale che prenda in mano le disuguaglianze economiche ed ecologiche e si impegni per risolverle“, commenta Carlo Petrini, presidente di Slow Food. “Tutti possiamo dimostrare il nostro amore per la terra quando facciamo la spesa, quando ci trasformiamo da consumatori a co-produttori, quando non ci limitiamo a comprare ciò che mangiamo, ma cerchiamo di guardare a come quel cibo è stato prodotto, alla sua storia e alla sua origine, alle mani, ai volti e al lavoro che gli hanno dato vita”. “Noi, con le nostre scelte, determiniamo il successo di un sistema di produzione, di agricoltura, di allevamento – continua Petrini – e soprattutto determiniamo il futuro del pianeta“. Contadini, pescatori, artigiani, allevatori e cuochi di ‘Terra Madre’ mostrano proprio come il primo atto di amore per la terra sia seminarla con semi buoni, innaffiarla quando lo richiede, garantirne la fertilità, raccoglierne i frutti coltivati con rispetto, senza esigere più di quanto possa dare. “Se penso al mondo contadino, vedo i custodi dei saperi e delle conoscenze agricole sostenibili, vedo giovani che decidono di non abbandonare i loro luoghi per continuare a custodirli e coltivarli, vedo donne che non solo cucinano il cibo, ma si prendono cura delle materie prime e ne conservano la memoria. Sono loro i veri protagonisti dell’evento che potete incontrare a Torino“, aggiunge. Simbolo dell’amore per la terra è senza dubbio l’orto, al centro delle attività di ‘Terra Madre – Salone del gusto’: luogo che più di ogni altro serve alla trasmissione dei saperi e del piacere, in cui tutti possono imparare a conoscere da vicino la terra, ad affondarvi le mani e a capire tutto il lavoro e il tempo che c’è dietro il nostro cibo. “Con questo nuovo evento vogliamo andare incontro alla gente che ancora non fa parte della nostra rete, raccontare loro ciò che facciamo ma soprattutto coinvolgerli in ciò che possiamo fare insieme. Siamo in tanti a voler bene alla terra e, se riusciremo a unire tutti i nostri piccoli gesti, potremo davvero fare la differenza“, conclude Petrini. Cinque giorni intensi, quindi, durante i quali agricoltori, pastori, pescatori, produttori, cuochi ed educatori provenienti da ogni parte del mondo condividono con i loro ospiti piccoli gesti quotidiani, usi e tradizioni, scambiando saperi e tessendo amicizie. Saranno 5.000 i delegati accolti in Piemonte. Oltre al capoluogo piemontese, infatti, sono circa 50 le città di ‘Terra Madre’ in tutta la regione a essersi mobilitate per offrire posti letto. “Accogliere i delegati significa aprire le porte al mondo, vivere un’esperienza unica di condivisione e scambio, stringendo legami che dureranno ben oltre l’evento. L’appello che rivolgiamo a tutti è di cogliere questa opportunità: avete ancora tempo per dare ospitalità a chi arriverà a Torino dai cinque continenti e aiutarci a farli sentire a casa“, spiega Stefano Colmo, segretario generale della Fondazione Terra Madre. (AdnKronos)

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