Ballerina, avventuriera, spia. Natain Olanda Margaretha Geertruida Zelle, detta ‘Mata Hari‘, ovvero “la figlia dell’aurora”, è stata una delle figure più affascinanti della ‘Belle Epoque’. Arrestata dai francesi per spionaggio a favore dei tedeschi venne fucilata nel cortile del castello di Vincennes il 15 ottobre 1917.
Figlia della coppia olandese Adam Zelle e Antje van der Meulen, ebbe tre fratelli. Il padre possedeva un negozio di cappelli ed era proprietario di un mulino e di una fattoria. Viveva in una famiglia agiata e risiedeva in un antico e bel palazzo di Groote Kerkstraat, nel centro della città di Leeuwarden. Margaretha poté frequentare una scuola prestigiosa e avere una ottima istruzione. Intelligente e spigliata fin da giovane, fece sempre un vanto della sua carnagione scura e capelli ed occhi neri, tutte peculiarità che la differenziavano dai suoi connazionali olandesi. Nel 1889, però, la famiglia iniziò ad avere problemi economici e il padre della giovane si trasferì ad Amsterdam dopo essersi separato dalla moglie. Quest’ultima morì l’anno seguente e Margaretha venne affidata al padrino, che decise di farla studiare per diventare maestra d’asilo, ma le eccessive attenzioni del direttore della scuola furono la causa dell’interruzione degli studi e la futura Mata Hari venne mandata ad abitare a casa di uno zio che viveva a L’Aia.
L’11 luglio 1896, ottenuto anche il consenso paterno, Margaretha sposò il capitano Rudolph Mac Leod, con il quale andò ad vivere ad Amsterdam. In seguito la coppia iniziò a viaggiare per il mondo: dapprima si trasferirono in Indonesia, dove ebbero due figli, un maschio e una femmina. Qui, però, tra i due nacquero delle incomprensioni, acuite poi dal terribile dolore della perdita del figlio a soli due anni. Nel 1902 la famiglia Mac Leod tornò in Olanda, dove il marito lasciò Margaretha portando con sé la figlia. Lei non si diede per vinta e si trasferì a Parigi, dove si diventò una ballerina. Già nel 1905, dopo un’esibizione al teatro dell’Olympia, era stata consacrata come la «donna che è lei stessa danza» e tutti erano convinti che fosse indiana, particolare che lei non disprezzò. Assunto lo pseudonimo di Mata Hari, venne invitata a ballare nei maggiori teatri europei e molti aristocratici e nobili pretendenti iniziarono a volerla in moglie. L’anno successivo fece una tournée in Spagna che ebbe un successo enorme grazie al suo modo di danzare, esotico e dal fascino proibito, carico di erotismo e purezza dell’ascesi.
Nel 1914, mentre si trovava a Berlino per preparare un nuovo spettacolo, iniziò la Prima guerra mondiale, evento che avrebbe segnato per sempre la sua sorte. Iniziò a fare vita mondana entrando in contatto con ufficiali dei vari schieramenti contrapposti. Fare il doppio gioco divenne la sua attività principale, diventando una spia sia degli olandesi e dei francesi che dei tedeschi. Si trasferì a Madrid dove si mantenne in contatto sia con l’addetto militare all’ambasciata tedesca, Arnold von Kalle, che con quello dell’ambasciata francese, il colonnello Joseph Denvignes, al quale rivelò manovre dei sottomarini tedeschi al largo delle coste del Marocco. A quel punto von Kalle capì che Mata Hari stava facendo il doppio gioco e da Berlino decisero di disfarsi di Mata Hari rivelandola al controspionaggio francese come spia tedesca: inviarono dei messaggi facilmente decifrabili in cui si parlava di lei e, quando il 2 gennaio 1917 la donna rientrò a Parigi, venne arrestata nella sua camera dell’albergo Elysée Palace e rinchiusa nel carcere di Saint-Lazare.
Seguì un processo al termine del quel venne condannata a morte. Il 15 ottobre di quello stesso anno Mata Hari, vestita con la sua solita eleganza e raffinatezza, assistita da due suore, si presentò di fronte al plotone d’esecuzione. Furono sparati undici colpi, ma solo tre la colpirono al ginocchio, al fianco e al cuore. Il suo corpo non venne mai reclamato e dopo essere stato trasportato all’Istituto di medicina legale di Parigi, venne sezionato e sepolto in una fossa comune. Fu conservata solo la testa che, come ultimo smacco all’ambigua e affascinante Mata Hari, venne trafugata negli anni ’50.