E’ in vigore la nuova normativa per le operazioni di dragaggio nei porti italiani. Con un pacchetto di interventi, due regolamenti e una modifica normativa, si è conclusa la riforma che porterà a superare le difficoltà tecniche e operative che sono state riscontrate in questi anni nella realizzazione delle opere di dragaggio. Per quanto riguarda i regolamenti, il primo tratta le modalità di dragaggio nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei Sin, i Siti di interesse nazionale. Il secondo è il regolamento che disciplina la procedura per l’approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori della aree Sin, le modalità e i criteri per la gestione del materiale dragato, tra cui l’immersione in mare dei materiali di escavo dei fondali marini. I provvedimenti sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 6 settembre. “La novità consiste in una norma chiara e più semplice e nell’utilizzo di tecnologie nuove che consentono una caratterizzazione del materiale più flessibile – spiega all’Adnkronos il sottosegretario all’ambiente Silvia Velo – L’altra novità è che abbiamo invertito la gerarchia dei sedimenti: il problema non sarà più dove mettere il sedimento perché se il sedimento è pulito lo dobbiamo utilizzare per il ripascimento, perché non va sprecato, altrimenti può essere lasciato in mare o, se sporco, nelle casse di colmata o di espansione“. Sarà “più semplice, razionale e ambientalmente sostenibile” riutilizzare il sedimento, laddove necessario. “Che si facciano escavi a Marina di Carrara prelevando sabbie pulite mentre nella vicina Versilia si è costretti ad andare a comprare e scavare la sabbia nel Po, è una follia economica e ambientale“. “Siamo intervenuti anche sulle norme di settore con alcuni piccoli chiarimenti“, aggiunge Velo. Ecco gli altri provvedimenti: con il Collegato Ambientale sono stati semplificati i criteri di costruzione delle casse di colmata e delle vasche di raccolta. Con questa norma si prevede che la tutela delle acque e del suolo avvenga attraverso le migliori tecnologie disponibili, tenendo conto della tipologia di materiale che si va a trattare caso per caso. In più, con un’altra modifica al Collegato Ambientale e grazie al lavoro svolto da un gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’ambiente e a cui hanno preso parte ministero dei Trasporti, ministero della Salute, Ispra, Iss e Cnr, sono state definite le linee guida e i valori di riferimento che consentono l’automatica deperimetrazione delle aree a mare Sin a Sir (Siti di interesse regionale). La riforma definisce un quadro regolamentare chiaro, certezza e semplificazione delle procedure affrontando in maniera organica la questione dei dragaggi nei vari porti italiani. L’obiettivo è stato quello di superare le difficoltà riscontrate in questi anni durante le operazioni di dragaggio e nella gestione del materiale dragato nei vari usi consentiti, casse di colmata, immersione a mare e ripascimento. Si tratta di un percorso di riforma atteso da anni che va nella direzione della semplificazione normativa e che favorisce l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per l’esecuzione degli interventi.