Archeologia: a Paestum il battesimo dei “Blue Helmets of the Sea”, i Caschi Blu del mare

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All’interno del programma della XIX edizione della BMTA (Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico), considerata sin dal suo inizio da UNESCO e UNWTO “best practice di dialogo interculturale”, dedicata quest’anno alla tragedia di Palmira che insanguina il vicino Oriente e che sta mettendo in pericolo l’esistenza di uomini e patrimoni culturali, Anna Arzhanova e Silvia Costa, rispettivamente Presidente della Confederazione Mondiale Attività Subacquee (CMAS) e della Commissione cultura, istruzione, sport, giovani del Parlamento Europeo, hanno tenuto a battesimo a Paestum i “Blue Helmets of the Sea”, i Caschi Blu del mare. La Borsa del Turismo Archeologico presenterà le diverse eccellenze dell’archeologia a livello mondiale. “Un anno di gestione autonoma dei Musei Archeologici del Sud” è il tema dell’edizione di quest’anno e ad aprire la kermesse è stato Dario Franceschini, il Ministro dei beni culturali e del turismo.

Proprio nel cuore di questa quattro giorni ha preso il via il progetto dei Caschi Blu del Mare, promosso da CMAS, ovvero una federazione sportiva che tra le sue attività ospita un settore dedicato all’archeologia subacquea, pronta ad intervenire ovunque nel mondo per la ricerca e la tutela del patrimonio archeologico in mare. La presentazione ufficiale di questo progetto è stato moderato da Andreas M. Steiner, direttore di “Archeo”. Alla presentazione del progetto, assieme ad Arzhanova e Costa, il sottosegretario ai beni culturali Ilaria Borletti Buitoni e Sebastiano Tusa (soprintendente del mare della Regione Sicilia e presidente nazionale Gruppi archeologici subacquei d’Italia.

Parole di entusiasmo quelle pronunciate dall’on. Silvia Costa: “Sono estremamente felice di presentare questa iniziativa di grandissimo valore sportivo, educativo e culturale: i caschi blu del mare da oggi saranno operativi in Italia, in Europa e nel mondo, saranno a servizio della comunità al fine di riportare alla luce i nostri tesori archeologici sott’acqua e saranno pronti ad intervenire dovunque nel mondo per salvaguardare e pulire i nostri mari“. Nell’ambito delle sue attività la CMAS (federazione che fu fondata da Jacques-Yves Cousteau, esploratore, navigatore, militare, oceanografo e regista francese scomparso nel 1997) promuove iniziative legate all’archeologia subacquea. “Vogliamo che i nostri tesserati di CMAS – ha detto Arzhanova – mettano dovunque nel mondo la loro capacità ed esperienza al servizio della cultura e della salvaguardia e pulizia del mare. CMAS opererà in sintonia con l’UNESCO e con tutti i comitati scientifici, università e onlus formando un fronte comune che avrà come obiettivi quelli di recuperare i tesori nascosti sott’acqua e liberare e pulire i nostri mari. Non possiamo più tollerare le isole di plastica del mare“. Le “isole di plastica” alle quali fa riferimento Arzhanova “sono 5 enormi agglomerati di rifiuti che galleggiano negli oceani e che uccidono migliaia di specie marine e di uccelli. Un vero disastro ecologico“. Di queste discariche del mare alle quali si fa riferimento, due si trovano nell’oceano Pacifico (la prima scoperta nel 1996 pare sia grande quanto l’Europa), due nell’Atlantico e una nell’oceano Indiano. Ma si tratta solo di quelle principali. Perché anche il Mediterraneo non se la passa bene, con 115mila pezzetti di plastica per chilometro quadrato, con le coste davanti Portoferraio (Isola d’Elba) che contano la cifra record di 892mila microframmenti per chilometro quadrato.

E Arzhanova ha spiegato: “Dobbiamo ringraziare pubblicamente e coinvolgere in questa task force tutte le persone che si sono adoperate a vario titolo nell’evidenziare tale disastro, dai ricercatori oceanici come Charles J. Moore, alla ricercatrice americana Kara Lavender Law, all’olandese Boyan Slat (che da studente di ingegneria aveva ideato un concept finalizzato alla pulitura dei mari a costo zero), all’artista Maria Cristina Finucci, fondatrice del progetto Garbage Patch State. Il nostro obiettivo è ora quello di ripulire il mare e avviare una campagna mondiale di sensibilizzazione e di educazione, coinvolgendo anche le giovani generazioni nelle scuole e nelle università. E per unire le forze intorno a questo problema abbiamo voluto creare la task force dei Blue Helmets of the sea, che vuole simboleggiare il valore del nostro impegno a livello mondiale“. Sempre Arzhanova e CMAS hanno poi espresso la volontà di ripercorre un sogno, un mito: “Unire tutte le autorità per tentare di dare la risposta alla millenaria ricerca del mito di Atlantide“. Se inizialmente si pensava che Atlantide potesse trovarsi nell’Oceano Atlantico (si pensava all’altezza delle Canarie), teorie più moderne la collocherebbero proprio nel Mediterraneo, tra Creta, Italia (Argentario, Sicilia o Sardegna, con quest’ultima l’ipotesi più accreditata, come ha descritto il giornalista archeologo Sergio Frau) e Spagna.

CMAS che, a proposito di mari, vuole accendere i riflettori anche sull’emergenza sociale che sconvolge l’Europa e il Mediterraneo: quella dei migranti. Proprio per questo è nata l’idea di istituire, con la collaborazione delle autorità e delle associazioni un corso di formazione per attività subacquee destinato ai migranti di varie nazionalità che fuggono dai paesi in guerra. Un progetto attraverso il quale la federazione mondiale vuole trasformare il mare da luogo di un incubo, nel quale i migranti hanno rischiato di perdere la vita, in opportunità di riscatto attraverso un ruolo attivo che veda nella cultura e nell’archeologia la riapertura di un confronto interetnico di grande valore sociale. La cultura e lo sport riescono a parlare un linguaggio universale che riesce a unire tutti e abbattere barriere e muri. L’archeologia è senza dubbio il nostro passato che aiuta a capire e interpretare il nostro futuro di pace. Una volta completato il corso, potranno unirsi ai “caschi blu del mare” e formare una vera e propria forza internazionale. Nell’ambito del progetto MigrArti del Mibact  verrà realizzato il primo corso pilota dell’iniziativa   presso l’ ISTITUTO SUPERIORE S.CATERINA da SIENA – AMENDOLA – di Salerno,  che si distingue per progetti sulla cooperazione  e solidarietà  internazionale, la  conoscenza   dei   processi   migratori,   identificandone cause   e   conseguenze, alla   luce del principio   della  uguale   dignità   della  persona,   delle  regole   di  cittadinanza   nazionale, europea  e internazionale  universalmente riconosciute con particolare attenzione al rispetto ambientale e al patrimonio storico artistico della nazione e tutela del territorio e del mare.

Abbiamo voluto cogliere questa importante  opportunità  all’interno di  una realtà  campana  molto  attenta su temi centrali per la crescita delle future generazioni, in una società sempre più multiculturale.  Il rapporto forte che si è sviluppato  tra Mibact e Miur consente di estendere il progetto migrArti anche  a realtà scolastiche  che quotidianamente sui territori svolgono attività di crescita sociale anche fuori dagli orari scolastici. Un primo corso pilota che siamo certi potrà estendersi presto in altri territori”: lo dichiarano la Dirigente Scolastica Annarita Carrafiello  e Paolo Masini Consigliere del Ministro Franceschini e referente del progetto MigrArti.

E proprio per favorire il dialogo interculturale, con l’evento #pernondimenticare il Museo del Bardo, 18 marzo 2015, dallo scorso anno la BMTA vuole ricordare l’attentato al Museo di Tunisi perché ogni cittadino del mondo, al di là di appartenenze religiose o politiche, deve essere consapevole che il patrimonio culturale è un bene comune e rappresentazione di identità nazionale. Alla conferenza, moderata da Elena Capparelli (vicedirettore Rai Cultura), interverranno: Anne-Marie Afeiche (Direttore del Museo Nazionale di Beirut), Moncef Ben Moussa (Direttore del Museo del Bardo di Tunisi), Ilaria Borletti Buitoni (sottosegretario di Stato ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo), Silvia Costa (Presidente Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo), Stefano De Caro (direttore generale ICCROM), Muriel Garsson (Direttore del Museo di Archeologia Mediterranea di Marsiglia), Dimitrios Pandermalis (Direttore del Museo dell’Acropoli di Atene), Paolo Giulierini (Direttore Museo Archeologico Nazionale di Napoli) e Gabriel Zuchtriegel (Direttore Parco Archeologico di Paestum).

Durante la presentazione Silvia Costa insieme ad Anna Arzhanova, dichiarano l’intenzione di lanciare il prossimo giugno un flashmob, nel ricordo di Jacques-Yves Cousteau, fondatore della Cmas, contemporaneamente nelle maggiori citta del Mediterraneo, dove la Cmas mostrera’ cone tenere pulite le coste e l’ambiente marino dall’inquinamento. “Il nostro scopo è insegnare ai bambini, agli studenti e alle famiglie il valore di rispettare il mare, elemento cruciale della nostra vita” ha concluso Anna Arzhanova.

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