Nel cuore della Grande Nube di Magellano si nasconde una timida “ancella” che fa stretching. Il suo nome è SMASH 1, gruppo stellare individuato all’interno della LMC – Large Magellanic Cloud – dall’occhio elettronico del telescopio cileno da 4 metri CTIO: attraverso la Dark Energy Camera installata sull’osservatorio australe, un team di astronomi guidati da Nicolas Martin dell’Università di Strasburgo e del Max Planck Institute, ha preso di mira un raggruppamento di stelle in fuga dalla nube LMC.
La “consorteria” di SMASH 1 parrebbe essere una fioca galassia satellite in miniatura che si allontana dal luogo natio, strattonata dall’energica spinta gravitazionale: con un raggio di 30 anni luce – bazzecole in confronto al raggio della Via Lattea che di anni luce ne misura 50.000 – un’età rispettabile, pari a 13 miliardi di anni e una penuria di elementi metallici, la mini galassia sembra essere destinata alla distruzione. Studi su massa e taglia, insieme al dettaglio sulla disposizione sul piano galattico – vagamente allungata, con l’asse maggiore rivolto a LMC – indicherebbero che le forze di gravità la stiano trascinando, condannandola al disfacimento.
CTIO – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – si è imbattuta in SMASH 1 mentre effettuava una ricognizione cosmica – la survey SMASH – per dare la caccia a nuove, deboli galassie satelliti. Questi raduni di astri, dipendenti da gruppi più numerosi ed estesi, sono interessanti da studiare – sono infatti depositari di informazioni utili a ricostruire il passato della Via Lattea – quanto difficili da scrutare: per quanto ne sappiamo, frequentemente si celano ai confini della Milky Way e la loro luminosità ridotta li rende bersagli timidi agli occhi degli astronomi.
Il team che ha analizzato i dati collezionati dalla camera del telescopio sostiene che il tenue sistema stellare individuato sarebbe un’appendice della Grande Nube di Magellano, la galassia satellite della nostra Via Lattea. In altre parole CTIO avrebbe “beccato” il satellite del satellite. La scoperta, corredata da nuovi studi sulla velocità di trascinamento per determinare se SMASH 1 sia legata o meno a LMC o sia divenuta un’ancella della Via Lattea, potranno far luce sull’iter di formazione e di evoluzione dei sistemi stellari, tra cui il nostro.