I terremoti sono imprevedibili: questa una delle certezze in sismologia. Nonostante ciò però, in virtù dei dati a disposizione, in California gli scienziati “osano” “prevedere” che si verifichi un sisma di magnitudo fino a 7 entro il 4 ottobre. L’evento tellurico potrebbe colpire la parte meridionale dello Stato, inclusa Los Angeles, San Diego e San Bernardino, anche se le probabilità sono comunque bassissime, intorno all’1%. Un evento del genere, nelle simulazioni dell’Usgs, causerebbe 1.800 morti e 200 miliardi di danni. Per ogni giorno che passa, secondo gli esperti, il rischio diminuisce.
“Ogni volta che c’è attività sismica significativa vicino alla faglia di Sant’Andrea, noi sismologi diventiamo nervosi perché la probabilità di un forte terremoto aumenta“, spiega Thomas Jordan, direttore del Centro terremoti della California meridionale.
Come noto, scrive l’Independent, i sismologi californiani sono abituati ad avere a che fare con la “Faglia di Sant’Andrea”, che si estende per 1.300 km lungo il “golden state”, e convivono con l’incubo del “Big One”, l’atteso devastante sisma che colpisce l’area con una determinata ciclicità. La suddetta deduzione è dovuta al fatto che da lunedì si sono registrate per oltre 24 ore 140 piccole scosse sotto il cosiddetto “Salton Sea”, un lago a nord di San Diego, localizzato nella zona sismica di Brawley, una delle più rilevanti fonti di terremoti secondo la sismologa USGS Lucy Jones.