È una notte speciale quella del 30 settembre 2016: la sonda Rosetta si è appena posata sulla superficie della “sua” cometa, sigillando con un finale ad alta tensione emotiva uno dei più grandi successi dell’Europa spaziale.
Giusto il tempo di riprendersi, e inizia la lunga serata che porterà un migliaio di persone a conoscere l’ESRIN aggirandosi tra le sue palazzine immerse negli ulivi, entrando nelle sale dove si racconta lo spazio in tutte le sue manifestazioni, giocando con quello che per i più giovani potrebbe diventare un futuro mestiere.
Le parole d’ordine di quest’anno mettono al centro il nostro pianeta, oggi più che mai tenuto sotto stretta osservazione da una rete di satelliti che ne misura continuamente lo stato di salute con strumenti sofisticatissimi, dai radar ai sensori infrarossi. Il programma che si svolge nella Big Hall è dunque interamente dedicato alla Terra e a quello che combinano i suoi irrequieti abitanti – inclusi quelli che si sono concessi una pausa dalla forza che ci tiene incollati al suolo e volano liberi sopra i continenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale.
Chi meglio di un astronauta può cogliere la bellezza, ma anche la fragilità del globo terraqueo? Così Luca Parmitano, che dallo spazio ha osservato e fotografato per mesi ogni angolo del pianeta, si presta volentieri a una diretta da Houston per raccontare il suo punto di vista, indubbiamente molto speciale. Gli orizzonti nello spazio abbracciano intere nazioni e insieme alla meraviglia dei tramonti e dei colori che tingono gli orizzonti terrestri, c’è anche la preoccupazione di vedere il fumo degli incendi che distruggono le foreste equatoriali – i polmoni del nostro pianeta – o le tracce dell’inquinamento nell’aria e nei mari.
A Luca Parmitano spetta dunque il compito di redarguire e allo stesso tempo rassicurare la platea: dobbiamo prenderci cura anche di quello che non è nostro perché è di tutti e tutti insieme possiamo dare una mano prima che sia troppo tardi. Non ci vuole molto, basta abituarsi a piccoli gesti quotidiani guidati soprattutto dal senso di responsabilità e dall’educazione. Non buttare i rifiuti dove ti pare – la Terra non è un immondezzaio! E non sprecare nulla delle sue risorse, soprattutto l’acqua e il cibo, perché è da loro che dipendiamo.
Trovare i rimedi su grande scala è compito della ricerca e della tecnologia a cui tutta la notte è dedicata. Con una battuta finale a un piccolo fan che aveva chiesto cosa si prova a andare nello spazio (“ci si sente come Peter Pan perché si può volare senza avere le ali!”) Luca passa il testimone alle immagini e agli esperimenti preparati per approfondire i tanti temi toccati.
Assistere sullo schermo panoramico della sala all’incredibile scenario di come un grande ghiacciaio possa incrinarsi fino al fragoroso distacco dell’intero suo fronte ghiacciato, sentire il crepitio delle fratture, il fruscio dei blocchi che franano e il rombo sordo che ne accompagna il rovesciarsi in mare è un’esperienza che non sarà facile dimenticare.
Le visioni multimediali nella Big Hall sono davvero coinvolgenti: la stazione spaziale è una finestra aperta a 400 km di altitudine da cui si vedono i bagliori dei temporali accendersi di notte, si impara come un volto venga ridisegnato da una termocamera infrarossa puntata senza tanti complimenti sui volontari che si prestano all’esperimento, si inforcano gli occhiali per le sempre apprezzatissime proiezioni 3D.
Nei due piani e sulla terrazza che nella palazzina centrale sono aperti ai visitatori, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Per chi vuole approfondire il funzionamento del “piccolo” lanciatore Vega, il cui modello in scala accoglie i visitatori all’ingresso all’ESRIN, e per chi ama il rischio… asteroidale!
Nella sala Magellan gli esperti del Centro di Coordinamento NEO (dove NEO è l’acronimo di Near Earth Objects – oggetti vicini alla Terra) che qui ha la sua sede operativa, raccontano il loro lavoro quotidiano e rispondono alle tante domande poste dal pubblico. Accanto a loro, in bella mostra, due grandi meteoriti dimostrano come il cielo a volte possa davvero caderci sulla testa e allora è meglio farsi trovare pronti.
Sulla terrazza l’Associazione Tuscolana di Astronomia attrae gli amanti delle osservazioni astronomiche con la usuale perizia e professionalità.
Dabbasso le prenotazioni di chi, soprattutto tra i più giovani, vogliono imparare a programmare un rovergiocattolo in modo che possa muoversi evitando gli ostacoli o di cadere dal tavolo, registrano uno stabile “tutto esaurito”. Non è un caso: il nuovo grande progetto di esplorazione del sistema solare dell’Agenzia Spaziale Europea – ExoMars – arriverà sul pianeta rosso tra poche settimane e il prossimo obiettivo è l’invio di un mezzo semovente sulla sua superficie.
Mentre i futuri ingegneri marziani, sotto la guida di esperti divulgatori terrestri, sono alle prese con la robotica, nell’ambiente adiacente si vola con la fantasia, anzi con il design. “Couture in orbit” è un progetto per realizzare vestiti che richiamino non solo visivamente ma anche funzionalmente quello che gli astronauti indossano nello spazio.
Così nelle realizzazioni del Politecnico di Milano i tubi di raffreddamento utilizzati all’interno delle tute per tenere sotto controllo le grandi escursioni termiche dell’ambiente spaziale diventano non solo decorazioni ma anche diffusori di profumo in tutto il corpo.
Le applauditissime sfilate hanno tenuto a battesimo anche delle modelle “spaziali” recrutate internamente all’ESRIN.
Per dimostrare come lo spazio possa generare ricadute interessanti nel fashion system, ESA e il Consorzio del Politecnico di Milano POLI.design hanno creato il nuovo corso Fashion in Orbit diretto da Annalisa Dominoni e Benedetto Quaquaro per dare l’opportunità a chi opera nel campo della moda di conoscere le innovazioni più all’avanguardia e creare nuove opportunità di crescita sociale e business.
Le visite alla CREOP, la sala di controllo delle missioni per osservazione della Terra, magistralmente illustrate con l’ausilio di spettacolari animazioni in tempo reale di tutto quello che ci orbita sopra la testa, sono il finale perfetto di una visita all’ESRIN.
Ancora una volta tutto il team che ha preparato, seguito e realizzato la Notte dei Ricercatori all’ESA-ESRIN, dai responsabili agli educatori al personale della vigilanza, puo’ rispondere all’augurio del Presidente della Repubblica Italiana di “avvicinare in modo consapevole la società civile al mondo della ricerca” con un entusiasta: mission accomplished!