Sono stati presentati oggi i risultati dell’indagine ICityRate 2016 che ha fotografato il livello di “intelligenza” delle città italiane, fornendo spunti molto interessanti sulla situazione delle città del nostro Paese in termini di strategie di pianificazione urbanistica. Quali sono le città più “smart” d’Italia, e perchè? Come sta cambiando il nostro Paese? Per andare oltre ai dati forniti dallo studio, abbiamo intervistato a Gianni Dominici, Direttore di FPA (Forum Pubblica Amministrazione) e curatore della ricerca, scoprendo alcuni particolari molto interessanti.
Ai microfoni di MeteoWeb, Dominici ha spiegato che “per quanto riguarda il settore di ambiente e sostenibilità in Italia abbiamo il problema delle aree metropolitane, delle grandi città. Sono città che non riescono a sostenere una qualità dell’abitato indispensabile a chi ci vive. Ma ci sono anche spunti positivi: la cultura dello sviluppo sostenibile si sta diffondendo anche in territori inaspettati come al Sud, ma sicuramente il primato ambientale è quello delle cosiddette piccole capitali, le città intermedie che riescono meglio di tutti a coniugare la qualità del vivere in termini ambientali e di crescita sostenibile, con una crescita economica. Sono le “piccole capitali italiane”, città intermedie come Sondrio, Trento, Matera, Mantova, Belluno, Ravenna, Lodi, Forlì, Rovigo, Brescia, Ferrara. Città ricche e dove si vive bene. Invece la vecchia provincia è diventata una piccola capitale“.
Ma l’aspetto più importante è che sul tema ambientale stanno ripartendo alcune città del Sud, molto interessante l’esempio di Matera “che è ai primi posti in assoluto grazie agli investimenti su green economy, pannelli solari, open data” dice Dominici. La sostenibilità ambientale sta diventando il perno per un nuovo modello di sviluppo sostenibile, “estremamente interessante – spiega Dominici – perchè mette al centro proprio la sostenibilità“.
Ma cosa si può fare per ripartire da ambiente e sostenibilità? Dominici cita il “Patto dei Sindaci” su clima e sostenibilità, “a cui hanno aderito molte città del Sud. E’ una nuova cultura che si sta sempre più diffondendo. Il tema principale è quello della mobilità: stanno nascendo nuove forme di trasporto volte a contrastare la dipendenza così massiccia dall’automobile, che è un’anomalia tutta italiana. Con nuovi sistemi di trasporti elettrici, e con l’aiuto di car-sharing e bike-sharing, stiamo andando nella giusta direzione“.
In conclusione il direttore Dominici spiega che “una città intelligente è una città che garantisce sviluppo sostenibile e sicurezza contemporaneamente. E’ il concetto di resilienza. Non si può parlare di città intelligente se poi accadono cose come Amatrice, dove il territorio uccide per calamità naturali. La città intelligente deve garantire sviluppo sostenibile, smart city significa sviluppo senza devastare il territorio, e garantire al tempo stesso sicurezza per cose e persone. Dobbiamo usare tecnologie e conoscenze che abbiamo a disposizione per fare stare la gente sicura a casa propria, per evitare che per trovare la propria strada di vita i cittadini debbano emigrare altrove“.
La buona notizia arriva dal Sud: “le città meridionali sono ancora distanti dalle aree traino del Paese, ma abbiamo la fotografia di un Sud che sta reagendo, seppur a macchia di leopardo. E i soldi per i fondi strutturali 2014-2020 non sono ancora arrivati. Se si continuerà con quest’atteggiamento anche nella futura programmazione, c’è una grande occasione“.