Il futuro del pianeta è rosa: le donne promuovono le scelte green

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 Il futuro del pianeta è rosa. In Italia le donne rappresentano il 90% della forza d’acquisto e promuovono scelte sostenibili. E’ quanto emerge da un’indagine che Unilever, in occasione dei suoi 50 anni di storia tutta italiana, ha commissionato ad Ales Market Research per fare il punto su cosa voglia dire oggi sostenibilità per gli italiani, quale significato le si attribuisce rispetto agli ambiti di appartenenza (ambiente, economia, società), quale debba essere il ruolo di aziende e istituzioni nei confronti della sua attuazione e come le persone pensano di poter contribuire. In particolare dalla ricerca emerge che l’80% delle donne nella fascia 35-44 anni (e dunque anche tante mamme) guarda alla difesa dell’ambiente come un valore assoluto per garantire un futuro al nostro PIANETA, con particolare riferimento alla lotta all’inquinamento ambientale (76%), allo spreco delle risorse naturali (69%), alla deforestazione e arresto cambiamento climatico (65%), e alla promozione di un’agricoltura sostenibile (60%). E ancora: per il 72% delle donne intervistate, deve essere garantita l’uguaglianza di trattamento tra uomini e donne al lavoro, per il 68% il rispetto dei diritti dei lavoratori lungo tutta la filiera, per il 50% la promozione della diversità e della libertà dagli stereotipi. Le donne quindi credono alla sostenibilità intesa come stabilità di un (eco) sistema. Non è da poco, se si pensa che ancora il 30% degli italiani non sa cosa voglia dire attuare comportamenti sostenibili. Per Paolo De Nardis, professore Ordinario di Sociologia presso l’Università La Sapienza di Roma, “il dato è rilevante soprattutto se letto alla luce dei più recenti summit organizzati tra i diversi Stati per fissare obiettivi ambiziosi come i Sustainable Developments Goals promossi dalle Nazioni Unite o le risoluzione approvate durante COP21 a Parigi. La bassa percentuale che emerge dallo studio significa che bisogna educare le persone verso il compimento di azioni concrete da realizzare nella vita quotidiana se vogliamo raggiungere davvero questi importanti obiettivi”. Ma chi si deve occupare di promuovere la sostenibilità? I giovani (18-34 anni) riconoscono che le aziende possano esercitare un ruolo attivo soprattutto nei confronti di alimentazione e conseguente benessere (il 43% lo pensa relativamente alla scelta del cibo che deve essere equilibrato e gustoso, il 42% relativamente agli ingredienti che devono essere italiani nei prodotti alimentari) ma pensano che la grande responsabilità appartenga a governi e Ong per quanto concerne le tematiche ambientali e sociali.  In particolare il 70% lo pensa in merito al tema dell’educazione e della salute, il 66% relativamente alla lotta alla deforestazione, il 63% per l’arresto del cambiamento climatico, il 64% nei confronti del rispetto dei diritti dei lavoratori lungo tutta la filiera, il 59% per la promozione della diversità e della libertà dagli stereotipi, il 60% per la promozione dell’uguaglianza tra uomini e donne, sia a casa sia al lavoro. Guardando al concreto, la raccolta differenziata rimane l’azione sostenibile più comune per il 58% degli italiani (risparmiare o riutilizzare l’acqua lo pensa solo il 4%, stessa percentuale per il risparmio energetico) che però si sentono chiamati in causa direttamente. Per il 90% del panel di intervistati i consumatori pensano di poter fare la differenza per il futuro del PIANETA, anche se solo il 19% pensa di poter contribuire a stimolare l’uguaglianza di trattamento tra uomini e donne attraverso il comportamento di consumo mentre per il 92% degli intervistati il proprio comportamento può incidere nel limitare l’inquinamento ambientale.

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