Il suono associato alle aurore boreali non è frutto dell’immaginazione umana, ma causato da un fenomeno elettromagnetico, sebbene ad un livello molto basso: è questa la conclusione è cui è giunto il docente di acustica finlandese Unto Laine. Il team di ricerca ha stabilito che il suono si origina al livello di inversione della temperatura, a 70 metri dalla superficie terrestre: la carica positiva della ionosfera entra in collisione con le cariche che si innalzano dalla superficie terrestre. La reazione crea un suono distinto che può raggiungere terra, come un colpo o un battito. “Il suono diventa più probabile quando vi è una situazione meteo tranquilla durante un evento intenso di aurora boreale. Le condizioni ottimali sono rare, ma quando prevalgono, la creazione del suono è certa quasi al 100%,” ha dichiarato Laine.
I risultato dello studio sono stati resi pubblici ad un seminario sull’aurora a Kumo, Finlandia, recentemente, e in estate nell’ambito di una conferenza a Stoccolma, Svezia.
All’inizio del XIX secolo si riteneva che il fenomeno elettromagnetico non avvenisse mai al di sotto degli 80 km d’altezza: dato che l’orecchio umano non può rilevare suoni da quella distanza, si è concluso che il suono fosse causato dalla strumentazione o da eventi terrestri. E’ stato poi uno studio della NASA risalente agli anni ’60 a escludere del tutto l’esistenza di tale suono. Nei decenni successivi è stato quindi considerato nient’altro che il prodotto della vasta immaginazione umana.