Le fiere di campagna sparse per gli Stati Uniti, dove vengono esposti maialini e altri animali, sono i luoghi dove alcuni bambini si sarebbero infettati con un tipo di INFLUENZA suina mai visto in precedenza negli esseri umani. Lo rivela un rapporto pubblicato dai Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), citato dalla Cnn online. Nel mese di agosto, i Cdc avevano confermato la presenza di una variante di virus dell’INFLUENZA suina in 18 persone – di cui 16 bambini – che avevano frequentato fiere agricole in Michigan e Ohio. La più grande epidemia conosciuta di questo stesso virus, A(H3N2), si è verificata nel 2012. Gli esperti americani hanno esaminato tutti i campioni delle 18 persone infettate, e l’analisi del sequenziamento del genoma ha identificato due virus varianti del H3N2.
Sedici includevano segmenti di geni provenienti da virus umani e virus suini. Un dato “un po’ preoccupante”, ha affermato Greg Poland, direttore del gruppo di ricerca sui vaccini della Mayo Clinic. “Uno dei geni”, essendo di origine umana, ha spiegati l’esperto, “mette tale virus in una posizione per cui è più probabile che possa essere trasmesso da uomo a uomo”, anche se non è provato che sia già avvenuto. Questo stesso gene può anche rendere l’INFLUENZA resistente ai farmaci antivirali, tra cui amantadina e rimantadina. I Cdc raccomandano agli organizzatori delle fiere e al pubblico di adottare una serie di misure per prevenire le infezioni negli esseri umani, tra cui la limitazione del tempo in cui i maiali rimangono esposti a meno di 72 ore, la presenza di un veterinario su chiamata per tutta la durata della mostra e di postazioni di lavaggio delle mani.