L’Italia vanta un ennesimo primato, rimasto però occulto agli occhi dei più. Si tratta della prima laureata del mondo, Elena Lucrezia Corner Piscopia, una patrizia veneziana che riuscì a laurearsi alla facoltà di filosofia nell’Ateneo Patavino durante il 1678.
Erano turbolenti anni. Le contrapposizioni e i malumori della collettività non si fecero attendere. Molti studi hanno infatti accertato che il cardinale Gregorio Barbarigo – canonizzato da papa Giovanni XXIII- fu uno dei primi antagonisti della giovane Elena; riteneva infatti intollerabile e riprovevole che una donna si laureasse, e tantopiù in teologia, (prima scelta della patrizia) il cui insegnamento non poteva che essere una prerogativa riservata esclusivamente al genere maschile. I dissensi furono talmente aspri che la Piscopia dovette cambiare forzatamente orientamento, a seguito di un verbale stilato dallo stesso Cardinale, ed iscriversi alla facoltà di filosofia.
Molti studiosi affermano che la donna era una luminare di cultura: padroneggiava egregiamente le lingue classiche e le lingue straniere; conosceva il greco, il latino antico, il francese, l’inglese lo spagnolo, l’ebraico, l’arabo e il caldeo.
La sua passione più grande era la scrittura: componeva versi, poesie e molto spesso si trovava a conversare di questioni scientifiche con il matematico Carlo Rinaldini, che poi divenne uno dei suoi maestri.
Ben presto i contemporanei si resero conto dell’eccezionale evento che si stava profilando; cronache locali raccontarono la giornata della sua cerimonia di laurea alla quale parteciparono più di ventimila persone.
La donna divenne una vera celebrità del suo tempo, ma dopo la sua prematura morte, avvenuta il 26 luglio 1684, di lei non si seppe più nulla. La sua fama si spense insieme a lei e oggi una semplice statua è stata posta ai piedi dello scalone d’onore di Palazzo Bo, sede storica dell’università di Padova, ma null’altro è stato fatto dalle autorità italiane per celebrare la memoria della prima laureata del mondo.