L’uragano “Matthew” continua a fare paura sul settore più meridionale del mar Caraibi. Nonostante nelle ultime ore la tempesta si sia un po’ indebolita, arrivando quasi ad essere declassata a uragano di 3^ categoria della scala Saffir-Simpson, continua a rappresentare una seria minaccia per le coste orientali della Giamaica, Haiti e la parte est di Cuba, dove nei prossimi giorni si attende l’impatto del ciclone tropicale, con il suo carico di piogge torrenziali e venti ciclonici particolarmente potente, che raggiungono velocità medie sostenute di oltre i 220 km/h nel raggio di poco più di 50 km dall’occhio centrale. Insomma “Matthew” rimane un vero e proprio mostro che rischia di cagionare danni veramente ingenti sulle Grandi Antille, soprattutto fra Haiti e il settore più orientale di Cuba che faranno i conti con l’arrivo del quadrante nord dell’uragano, quello più pericoloso, lì dove si annidano i venti più violenti e le precipitazioni più intense. Dalle analisi delle ultime ore emerge molto chiaramente che la grande tempesta, seppur molto lentamente, stia perdendo un po’ di forza. Questo lento indebolimento è prodotto fondamentalmente sia dal ciclo di sostituzione dell’occhio, che dall’afflusso da ovest di aria un po’ più secca nella media troposfera che cercherà di inserirsi all’interno del nucleo centrale della grande tempesta. Non per caso nelle ultime ore sul quadrante occidentale di “Matthew” si è verificato, come c’era da aspettarsi, un temporaneo rallentamento della convezione per l’arrivo in quota di infiltrazioni di aria più secca in quota, sospinta dal sostenuto “wind shear” nell’area d’azione di “Matthew”.
La presenza di questo flusso di aria più secca in quota potrebbe portare ad un declassamento dell’uragano, dalla 4^ alla 3^ categoria Saffir-Simpson entro la giornata di domani, riducendone sensibilmente l’intensità. Ma nonostante l’indebolimento “Matthew” mantenendo lo status di uragano di 3^ categoria. “Matthew” inoltre rallentando notevolmente il suo movimento verso nord-ovest potrebbe subire un altro indebolimento prima di riuscire ad impattare con il proprio quadrante più settentrionale le coste meridionali di Haiti e la parte orientale della Giamaica, per l’”upwelling”.
Il fenomeno, denominato “upwelling”, si ottiene quando il ciclone tropicale ha un andamento molto lento (inferiore alle 4-5 miglia/orarie) o rimane pressoché semi/stazionario sopra un tratto di oceano, per oltre le 24-36 ore. In genere quando un ciclone rimane quasi stazionario sopra lo stesso tratto di mare rischia di subire un indebolimento. Questo perché i fortissimi venti di superficie prodotti dalla tempesta generano un consistente moto ondoso che agita la superficie dell’oceano, determinando “upwelling”. L’”Upwelling”, di conseguenza, ha l’effetto di raffreddare la temperatura della superficie del mare su una superficie vasta anche più di 200-300 miglia.
Tale raffreddamento delle acque oceaniche (SST) su cui insiste il ciclone tropicale può essere anche considerevole, facendo calare i valori termici sotto l’indispensabile soglia dei +28,5°C, e determinando il rapido indebolimento del profondo sistema depressionario tropicale. Molti uragani e tifoni che sono rimasti semi/stazionari sopra lo stesso tratto di mare si sono indeboliti per poi dissiparsi completamente. Tale fenomeno sembra che si stia verificando pure con “Matthew”, specialmente ora che il ciclone tropicale muove a piccoli passi verso nord-ovest, scorrendo quindi su acque superficiali appena raffreddate dall’imponente moto ondoso sollevato dalle violente tempeste di vento, dai quadranti orientali, attive sul bordo nord della tempesta.
Ma la brutta notizia è che “Matthew” già dalla mattinata odierna subirà un’altra virata verso nord-ovest e nord/nord/ovest, venendo risucchiato verso nord dal passaggio di una circolazione depressionaria extratropicale di passaggio sugli USA centro-orientali. Il ramo ascendente di questa ondulazione ciclonica in discesa dagli States aspirerà il ciclone tropicale verso nord, spingendolo in direzione delle coste sud-occidentali di Haiti entro la prossima notte, e la parte orientale di Cuba entro martedì sera. Con molta probabilità il nucleo centrale di “Matthew” riuscirà a transitare molto vicino alle coste sud-occidentali di Haiti, mantenendo lo status di uragano di 3^ categoria Saffir-Simpson.
L’avvicinamento dell’uragano sarà accompagnato da un notevole rinforzo della ventilazione, da NE sulle coste orientali della Giamaica, e da E-NE ed Est su Haiti, con forti raffiche di caduta sulle coste occidentali dello stato caraibico, in discesa dalle vallate che dall’entroterra dell’isola di Hispaniola degradano in direzione del mar dei Caraibi. Entro la prossima notte le tempeste di vento più violente dovrebbero interessare le coste sud-occidentali haitiane, in particolare l’area di Les Cayes che trovandosi alla distanza minima dall’occhio rischia di essere spazzata da venti da Est e E-NE anche violenti, aventi l’intensità di uragano, e quindi in grado di causare notevoli danni, sia alle strutture che alla vegetazione locale.
Nel momento in cui il bordo settentrionale dell’uragano comincerà ad interagire con le alte montagne che caratterizzano l’entroterra dell’isola di Hispaniola la circolazione depressionaria dovrebbe cominciare ad indebolirsi, perdendo buona parte della sua forza molto rapidamente. In queste condizioni l’attrito esercitato dalla terra ferma, e la presenza di catene montuose o ostacoli orografici, arresta il processo di autoalimentazione che tiene in vita la tempesta, allontanandola dalla principale fonte di energia che è appunto la calda superficie del mare.
Ma anche se perderà forza, venendo declassato ad uragano di 2^ categoria, all’interno del nucleo centrale di “Matthew” l’enorme quantitativo di vapore acqueo tropicale, risucchiato precedentemente dal suo passaggio sopra le calde acque superficiali del mar dei Caraibi, produrrà precipitazioni molto forti, di carattere torrenziale, che colpiranno le coste orientali della Giamaica, e soprattutto la parte meridionale di Haiti, dove il territorio accidentato, con apri declivi privi di vegetazione, potrebbe causare piogge di carattere torrenziale, con tanto di possibili “flash floods”, frane e smottamenti, con conseguenza davvero pericolose se si pensa anche all’alta densità di popolazione presente su queste isole.
La stessa area attorno la capitale Port-Au-Prince, già semi-distrutta dal forte terremoto di magnitudo 7.0 Richter occorso il 12 Gennaio 2010, in caso di piogge di carattere torrenziale, con accumuli che potrebbero ammontare ad oltre 400-500 mm sulle aree montuose più interne, potrebbe essere interessata da gravi eventi alluvionali che potrebbero cagionare ingentissimi danni.
Dopo aver interessato Haiti “Matthew”, indebolito probabilmente alla 2^ categoria, proseguirà la sua corsa verso nord, arrivando ad impattare sulla parte orientale di Cuba, dove arriveranno venti davvero forti, dai quadranti orientali, che verranno accompagnati da forti rovesci di pioggia. Per quanto riguarda Cuba l’allerta uragano dovrebbe interessare solo le province più orientali come Camagüey, Las Tunas, Granma, Holguín, Santiago di Cuba e Guantánamo, dove è ubicata la famosa base navale della Marina Militare statunitense.
Subito dopo aver lasciato Cuba “Matthew” scivolerà nuovamente in mare, muovendosi in direzione delle Bahamas nella giornata di mercoledì. La presenza di acque superficiali molto calde, con valori sui +30°C, potrebbe favorirne una nuova intensificazione poco prima del suo transito sulle Bahamas.