Il grande cantautore Bob Dylan, insignito ieri del Premio Nobel per la letteratura, ha sempre avuto un rapporto molto stretto con gli eventi atmosferici e meteorologici. Come sempre nelle sue canzoni, questi elementi sono utilizzati come metafore. Il vento, la pioggia, la tempesta. In moltissime canzoni di Bob Dylan questi elementi si ripetono e vengono usati come metafore profonde e piene di significato. Vediamo alcuni.
La canzone “meteorologica” più famosa di Bob Dylan è certamente “Blowing in the Wind”. Un capolavoro scritto nel 1962 e pubblicato nell’album “The Freewheelin’ Bob Dylan” nel 1963. Difficile trovare qualcuno che non conosca il ritornello “la risposta mio amico, sta soffiando nel vento, la risposta sta soffiando nel vento”? E’ una delle canzoni più famose, manifesto pacifista per i movimenti degli anni ’60 di tutto il mondo.
Ma non finisce certo qui il rapporto fra Dylan e meteo: altra famosissima canzone di Bob che prende in considerazione il vento è Idiot Wind, brano del 1974 contenuto nell’album Blood on the Tracks. E ancora, è Caribbean Wind a usare la metafora del vento per farci volare nelle canzoni profonde di Robert Zimmerman: “e quel vento dei Caraibi ancora ulula da Tokyo alle isole britanniche…”.
In molte altre canzoni poi i riferimenti a tempeste, pioggia e altri elementi atmosferici compare nel titolo, o come sottofondo metaforico. E’ il caso del capolavoro – con riferimenti biblici – “Shelter from the Storm” (riparo dalla tempesta), di Rainy Day Women #12 & 35, della poco conosciuta On a Rainy Day Afternoon (in un pomeriggio autunnale di pioggia), Buckets of Rain (secchi di pioggia).
Riferimenti si trovano anche in altre canzoni, come la famosissima Hurricane, anche se in questo caso il riferimento è al pugile statunitense Rubin Carter, soprannominato Uragano. Il 35° album di Bob Dylan poi, si chiama Tempest, che contiene la canzone omonima.