Sicurezza alimentare, tutela ambientale, stili di vita sani. Sono questi gli obiettivi fissati dai periti agrari in tema di sostenibilità. E’ quanto emerso nella seconda giornata di lavori del 18esimo Congresso nazionale – in programma a Barga (Lu) fino a domani, sabato 8 ottobre – in cui si sono riuniti tre tavoli tematici su produzioni, trasformazione, commercializzazione e qualità e da cui uscirà la Carta di Barga documento di indirizzo sulle filiere agroalimentari che sarà approvata nella giornata conclusiva. Durante la discussione è emerso, infatti, come il crescere del know how tecnico-scientifico e del livello culturale medio, insieme al sorgere del valore integrato ‘territorio-cultura’, abbia prodotto l’emergere di nuove sensibilità quali maggior richiesta di salute e qualità della vita nel rispetto dell’ambiente andando a riscoprirne i principi nelle radici culturali proprie della filiera agricola locale italiana. Da qui le priorità individuate dai periti agrari per una professione sempre più innovativa e contemporanea come il ritorno al controllo del terreno agrario e del suolo, miglioramento idrogeologico, forte riduzione dell’uso di prodotti chimici insieme all’abbattimento dell’inquinamento ambientale e al rispetto; e ancora l’incentivo dei biotipi con aumento della biodiversità e a una maggior sicurezza dei lavoratori agricoli. “Il perito agrario – ha detto il presidente nazionale, Lorenzo Benanti – ha implementato la propria professionalità portandola dall’obiettivo del sostegno all’impresa agricola, a quello di costruzione di un rapporto di garanzia e fiducia con e tra il produttore agricolo e il consumatore e in questo ruolo deve essere attore protagonista. Di fronte all’emergere di nuove sensibilità sociali occorre una risposta sempre più tecnica e professionalizzata“. “E’ attraverso le conoscenze tecniche che il perito agrario legittima la propria autorevolezza verso produttori e consumatori – ha aggiunto Giulia Parri, presidente del Collegio interprovinciale di Lucca, Pisa, Pistoia, Livorno e Massa Carrara che ha condotto la sessione – ottenendone così la partecipazione alle pratiche di sostenibilità e divenendo così anche veicolo di trasferimento di innovazione e conoscenza nonché divulgatore della ricerca applicata“. Il valore aggiunto va, quindi, sempre più ricercato nella salubrità, qualità e tipicità delle produzioni agricole e non nella quantità a basso costo tipica della logica del massimo profitto. – Occorre quindi rivolgersi a modelli di agricoltura sostenibile che tendono a diminuire l’uso dei mezzi tecnici (lavorazioni, fertilizzanti, prodotti fitosanitari) senza diminuire la qualità del prodotto nel rispetto dell’ambiente mediante l’adozione di buone pratiche tecnico agronomiche. “La deontologia professionale del perito agrario – ha concluso Benanti – dovrà indirizzare il produttore agricolo verso la sostenibilità, strumento culturale per l’agricoltura del futuro nel rispetto della salute umana e dell’ambiente attraverso l’innovazione dei processi, dei prodotti e dei servizi anche mediante la proposta, l’adozione e l’adempimento di codici di responsabilità sociale; il tecnico favorisce con le proprie conoscenze la vocazione della realtà territoriale e la scelta delle relative buone pratiche tecnico agronomiche“. (AdnKronos)