Ricerca, farmacologo: “irrazionale” il divieto di sperimentazione animale per gli studi sulle sostanze d’abuso

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Se non si interviene, si rischia di non poter portare avanti ricerche importanti, per le quali l’Italia ha un ruolo primario: il divieto di sperimentazione animale per gli studi sugli xenotrapianti d’organo e sulle sostanze d’abuso introdotto nel nostro Paese è irrazionale e contraddittorio, ed è un mistero il motivo per il quale solo da noi debba essere proibita la ricerca in questi settori“. A dirlo è stato Gaetano Di Chiara, professore di Farmacologia all’università di Cagliari, intervenendo oggi a Roma all’incontro ‘Sostanze d’abuso e ricerca preclinica: quali prospettive’, organizzato da Research 4 Life. “Studiare le sostanze d’abuso – ha spiegato – è fondamentale per curare una serie di dipendenze: non solo da stupefacenti, ma anche dal gioco d’azzardo, dal cibo o dal sesso. Ci sono non solo medicinali, ma anche terapie non farmacologiche, come la stimolazione transcranica recentemente utilizzata per trattare dei cocainomani, che si sono dimostrate davvero efficaci. In Italia purtroppo, nonostante ci sia tanta ricerca su queste sostanze (circa l’80% dei gruppi attivi nella neurofarmacologia si occupa di questo tema)“, dal 2017 con la scadenza della moratoria sull’uso dei test animali in questi ambiti “dovremmo metterci a lavorare su altre cose“. L’incontro di oggi puntava infatti i riflettori sulle conseguenze per la scienza dei divieti introdotti con il Dlgs 26/2014 di attuazione della direttiva 2010/63/Ue sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici. “Irrazionalmente – aggiunge Di Chiara – nella legge italiana si dice che non è possibile utilizzare gli animali per questi studi: ma non è possibile effettuare studi in vitro, perché abbiamo bisogno di utilizzare dei paradigmi comportamentali” che solo il modello animale può assicurare. “Non esistono sistemi alternativi – assicura l’esperto – e, anzi, io sono convinto che essi possano avere un senso per la sperimentazione industriale oppure per testare i farmaci prima di avviarli all’uso umano, ma per la ricerca di base non sono utilizzabili“. Gli studi sulle droghe “sono davvero importanti per la ricerca di base, ad esempio hanno dimostrato quali sono i meccanismi all’origine della gratificazione. E sono fondamentali anche per sviluppare metodi per trattare queste condizioni“. E se l’uso di animali per la sperimentazione è consentito secondo l’art. 5 comma 1 del decreto italiano “per la ricerca di base e per la ricerca traslazionale, gli studi sulle sostanze d’abuso rientrano perfettamente in questo ambito. Senza contare – conclude il farmacologo – che per tutti i medicinali che agiscono sul sistema nervoso centrale gli enti regolatori americano ed europeo richiedono studi proprio inerenti la possibilità di abuso da parte del paziente“. (AdnKronos)

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