“Soft and smart materials”: ricercatore dell’ Università di Pisa vince la borsa Marie Curie

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Giorgio Mattei, ricercatore del Centro di Ricerca “E. Piaggio” dell’Università di Pisa nel gruppo della professoressa Arti Ahluwalia, si è aggiudicato una borsa Marie Sk?odowska-Curie Individual Fellowship, che viene conferita dalla Commissione Europea a progetti individuali giudicati all’avanguardia e scritti da ricercatori esperti che desiderano migliorare le proprie prospettive professionali lavorando all’estero.

Il progetto di Mattei, denominato “ENDYVE” (ENgineering DYnamic ViscoElasticity to study cell response), nasce dalle ricerche su “soft and smart materials” condotte al Centro di Ricerca “E. Piaggio”, ed è finalizzato a caratterizzare la variazione temporale delle proprietà viscoelastiche del tessuto cardiaco, sia durante lo sviluppo da feto all’età adulta che dopo un infarto, per studiare la loro influenza sul comportamento delle cellule. L’evoluzione di queste proprietà meccaniche sarà riprodotta usando biomateriali intelligenti, che saranno poi utilizzati come supporto (scaffold) per la coltura di cellule staminali in-vitro allo scopo di valutarne i meccanismi di risposta, detti meccanismi di meccano-trasduzione.

Giorgio Mattei
Giorgio Mattei

La ricerca verrà svolta presso l’azienda Optics11, una spin-off high-tech della Vrije Universiteit di Amsterdam specializzata in strumentazione per la caratterizzazione meccanica di tessuti e biomateriali in ingegneria tissutale e medicina rigenerativa sotto la supervisione del professor Davide Iannuzzi e presso il dipartimento di Anatomia ed Embriologia del Leiden University Medical Centre sotto la supervisione della professoressa Christine Mummery.

Questo lavoro – commenta Mattei – permetterà di avere una comprensione migliore dell’interazione e dei meccanismi di meccano-trasduzione tra le cellule e l’ambiente extracellulare circostante su cui esse si innestano, al fine di mettere a punto nuove strategie di controllo del comportamento cellulare. Le potenziali ricadute sono molto rilevanti sia in applicazioni di ingegneria tissutale e modelli fisiopatologici in-vitro, come ad esempio guidare il differenziamento di cellule staminali verso cardiomiociti maturi, che in ambito clinico, come la possibilità di limitare, se non addirittura di prevenire, l’insorgere e la progressione di fibrosi e tumori”.

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