Un progetto multisettoriale, sostenibile, replicabile e innovativo: questo il risultato emerso dalla valutazione dei primi due anni dell’intervento di lotta al tracoma in Etiopia di Cbm Italia, organizzazione non governativa italiana impegnata nella cura e prevenzione della cecità nei Paesi del Sud del mondo. “Nel mondo circa 200 milioni di persone vivono in zone dove il tracoma è endemico“, ha affermato Massimo Maggio, direttore di Cbm Italia. È il progetto triennale Atcp (Programma di controllo del tracoma ad Amhara) avviato con il sostegno del ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e insieme al partner locale Orda, con l’obiettivo di combattere la cecità da tracoma attraverso la diretta applicazione della ‘Safe’ strategy promossa dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità), ovvero: trattamento medico chirurgico della trichiasi (surgery), distribuzione di antibiotici per curare l’infezione (antibiotics), educazione alla corretta pulizia e igiene del viso e del corpo (facial cleanliness), miglioramento delle condizioni igienico-ambientali (environmental improvement). Una strategia che Cbm Italia sta adottando nel Nord dell’Etiopia e che è stata presentata a Roma, alla Farnesina, in occasione della conferenza internazionale ‘Salutee cooperazione internazionale: l’importanza della prevenzione. La strategia di Cbm nell’eliminazione della cecità evitabile in Etiopia’. Grazie al progetto Atcp – avviato da Cbm dal 2014 nelle due zone Nord e Sud Wollo, dove il tasso di tracoma attivo è più elevato – è stato creato un sistema di approvvigionamento idrico nei villaggi, costruendo 71 pozzi di cui beneficeranno 41.885 persone. Sono state identificate 4.755 persone con tracoma, di cui 1.074 sottoposte a operazioni chirurgiche per trichiasi, le rimanenti curate con antibiotici; 140 le figure professionali formate, tra operatori sanitari e operatori sociali governativi; 28.131 le persone sensibilizzate alla prevenzione del tracoma ed alla promozione di buone pratiche di igiene. Nelle scuole, oltre 20.000 studenti sono stati educati attraverso gli ‘Anti Trachoma School Club’ per diffondere le norme igieniche che evitano la diffusione di questa malattia. “Cbm attua un approccio globale – continua Maggio – che affronta il tracoma sia dal punto di vista della prevenzione sia della cura, ma partecipativo, che coinvolge l’intera comunità, dalle istituzioni alle famiglie, e che si è rivelato vincente nella lotta a questa grave malattia degli occhi“.