Francesco nacque ad Assisi tra il dicembre 1181 e il settembre 1182, da Pietro di Bernardone dei Moriconi, ricco mercante di stoffe preziose, e dalla nobile signora Pica Bourlemont. Alla nascita gli venne dato dalla madre il nome di Giovanni, poi cambiato in Francesco per volontà del padre che, al momento del parto, era in Francia per affari.
Nel 1202 Francesco, tra le file degli homines populi, prese parte allo scontro di Collestrada con i perugini e i boni homines fuoriusciti assisani. Venne catturato insieme a molti dei suoi concittadini e condotto prigioniero a Perugia. Dopo un anno, tra Perugia e Assisi fu conclusa la pace e Francesco rimpatriò insieme ai compagni di prigionia. Decise di diventare “miles” (cavaliere), unendosi nel 1205 al Conte Gentile, ma mentre era in viaggio con lui verso la Puglia, giunto a Spoleto, nel dormiveglia udì una voce che gli diceva: “Chi può meglio trattarti: il Signore o il servo?”. Rispose: “Il Signore” e la voce replicò: “E allora perché abbandoni il Signore per il servo?”. Fu questo l’inizio di una graduale conversione del Santo che, tornato ad Assisi, si dedicò a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina.
La gesta del futuro San Francesco non passarono inosservate e, dopo qualche tempo, gli si affiancarono i primi seguaci: Bernardo da Quintavalle, Pietro Cattani, poco dopo Egidio e Filippo Longo. Le prime esperienze con i compagni, tutti vestiti di un saio e di stracci, si ebbero nella piana di Assisi, nel Tugurio di Rivotorto e alla Porziuncola. Il 1210 è la data ufficiale della nascita dell’Ordine dei Frati Minori, quando Francesco e i compagni vennero ricevuti dal papa Innocenzo III che, verbalmente, approvò la Regola. Iniziarono i contatti con Chiara d’Assisi e nacque l’Ordine delle Povere Dame di San Damiano, chiamate “Clarisse” dopo la morte di Chiara, incarnazione femminile dell’ideale francescano, cui si associarono tante successive Congregazioni di religiose.
Se in quell’epoca i rapporti tra mondo cristiano e musulmano erano di lotta, Francesco, vedendo per primo, in loro, dei fratelli cui annunciare il Vangelo, mandò i suoi frati prima in Spagna dai Mori, dove vennero condannati a morte e poi graziati dal Sultano, e dopo in Marocco, dove il gruppo di frati (Bernardo, Pietro, Accursio, Adiuto, Ottone) mentre predicavano, furono arrestati, imprigionati, flagellati e decapitati il 16 gennaio 1220. Francesco tentò personalmente l’impresa missionaria, diretto in Marocco, ma una tempesta spinse la nave sulla costa dalmata. Il secondo tentativo lo fece arrivare in Spagna, occupata dai musulmani ma, ammalatosi, dovette tornare indietro. Infine, un terzo tentativo lo fece approdare in Palestina, dove si presentò al sultano Al-Malik Al Kamil nei pressi del fiume Nilo, che lo ascoltò interessato. Il sultano non si convertì ma Francesco mostrò che un dialogo dell’amore era possibile fra due grandi religioni monoteiste, dalle comuni origini di Abramo.
La nuova Regola fu dettata da Francesco a frate Leone, accolta dal cardinale protettore dell’Ordine Ugolino de Conti, futuro papa Gregorio IX e da tutti i frati ed approvata il 29 novembre 1223 da papa Onorio III. In essa si ribadiva la povertà, il lavoro manuale, la predicazione, la missione tra infedeli e l’equilibrio tra azione e contemplazione. Nella notte del 24 dicembre 1223, Francesco volle rivivere nella selva di Greccio, vicino Rieti, l’umile nascita di Gesù Bambino con figure viventi: nacque così la tradizione suggestiva del Presepio del mondo cristiano. Duramente provato nel fisico per malattie, fatiche, digiuni e continui spostamenti, nell’estate del 1224 si ritirò sul Monte della Verna nel Casentino per celebrare la Quaresima di San Michele Arcangelo. La mattina del 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, mentre pregava su un fianco del monte, vide scendere un Serafino con 6 ali di fiamma e di luce del cielo. Proprio tra le ali, vide lampeggiare la figura di un uomo crocifisso. Quando la visione scomparve, lasciò nel cuore di Francesco un ammirabile ardore e sulla sua carne i segni della crocifissione: per la prima volta nella storia della santità cattolica, si era verificato il miracolo delle stimmate.
Peggiorate le condizioni fisiche a causa di malattie a stomaco, milze e fegato con frequenti emottisi, Francesco decise di ritornare ad Assisi. Dopo le ultime prediche all’inizio del 1225, si rifugiò a San Damiano, nel piccolo convento annesso alla chiesetta da lui fatta restaurare anni prima e dove vivevano Chiara e le sue suore. Lì compose il famoso Cantico di Frate Sole, conosciuto ai più come Cantico delle Creature. Nel 1226 si presentò un’altra grave malattia: l’idropisia. Dopo un’altra sosta a Bagnara, sulle montagne vicino a Nocera Umbra affinché potesse avere un po’ di refrigerio, i frati, vedendo l’aggravarsi delle sue condizioni, decisero di trasportare il Santo ad Assisi e, su sua richiesta, all’amata Porziuncola, dove a tarda sera del 3 ottobre 1226, Francesco morì , recitando il salmo 141, adagiato sulla nuda terra, all’età di circa 45 anni.
La salma il giorno successivo, domenica, venne trasportata trionfalmente dalla Porziuncola in Assisi, sostando a San Damiano, e venne tumulata nella Chiesa di San Giorgio. Fu frate Elia a darne la notizia a tutto l’ordine, mediante lettera ai ministri provinciali. “Vivere secondo la forma del Vangelo”….è questa la grande svolta che trasforma definitivamente la vita del giovane Francesco, un ragazzo che viveva nella ricchezza, scegliendo poi la povertà; che sognava la gloria delle armi, facendosi poi ambasciatori di pace e amore. La sua sfida più grande consistette nel mostrare agli uomini del suo tempo che l’insegnamento del Vangelo può essere ascoltato da tutti, sempre, senza mezze misure. Il 16 luglio del 1228, il cardinale Ugolino, divenuto Gregorio IX, arrivò in Assisi per la solenne canonizzazione del Santo; mentre il giorno seguente, il 17, pose la prima pietra della nuova Basilica in suo onore.
Il 25 maggio 1230 avvenne la solenne traslazione del corpo di San Francesco da San Giorgio alla nuova Basilica che Gregorio IX , con la bolla “Is qui ecclesiam suam” del precedente 22 aprile aveva già dichiarato soggetta al Romano Pontefice. Il 12 dicembre 1818, dopo un lungo e faticoso lavoro notturno per lo scavo di un tunnel nella roccia, sotto il pavimento della Basilica inferiore, si pervenne al ritrovamento del corpo del Santo sotto l’altare maggiore della Basilica stessa. Il 18 giugno 1939, Papa Pio XII dichiarò i Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena Patroni d’Italia. Il 29 novembre 1979, invece, con la bolla “Inter Sanctos”, Giovanni Paolo II proclamò San Francesco “patrono degli ecologici e dei cultori dell’ecologia”.