Sei a casa, stai riparando qualcosa e ti accorgi che ti manca un pezzo. Esci e vai al negozio più vicino, poi ti rimetti al lavoro. Nello spazio gli astronauti non hanno la stessa fortuna. Se capita di aver dimenticato qualche attrezzo a Terra, l’unica alternativa è costruirlo direttamente nella navicella in cui si trovano.
Per questo gli scienziati e gli ingegneri del Marshall Space Flight Center della NASA stanno studiando particolari liquidi in grado di trasformarsi in oggetti utili per la cassetta degli attrezzi spaziale.
Il punto di partenza è una serie di dati raccolti da alcuni esperimenti della Stazione Spaziale Internazionale: la famiglia MISSE (Materials International Space Station Experiments), che da una decina d’anni si trova attaccata al di fuori della ISS. Qui oltre 4.000 materiali sono stati esposti nel corso del tempo all’inospitale ambiente spaziale, per studiarne la reazione. Tra questi c’è una speciale classe di liquidi chiamati ionici, le cui caratteristiche sembrano essere particolarmente favorevoli a resistere in assenza di gravità.
I liquidi ionici non sono infiammabili come la maggior parte degli elementi chimici – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – e la loro pressione è molto bassa: per questo non evaporano facilmente e di conseguenza possono mantenersi meglio nel vuoto spaziale.
Ora il team di MISSE sta iniziando a valutare il possibile utilizzo di questi liquidi per le future missioni verso Marte.
“Grazie alla loro chimica unica – spiega Laurel Karr, scienziato dei materiali al Marshall Center – i liquidi ionici possono essere utilizzati per estrarre metalli e ossigeno dal suolo marziano. Ma anche come ‘martelli chimici’ per dissolvere i primi strati della superficie di Marte e raccogliere così campioni da portare sulla Terra”.
Ecco che questa versatile famiglia di liquidi potrebbe diventare uno degli elementi chiave della cassetta degli attrezzi marziana, portando un contributo essenziale all’esplorazione umana del Sistema solare.