“Dal 1992 a oggi una legge nazionale sulle libere professioni e ben 14 Regioni italiane hanno riconosciuto la figura professionale delle Guide Ambientali Escursionistiche per una domanda, quella del turismo green, in forte crescita in Italia. Attualmente sono 10.000 le Guide per un indotto, il nostro, che oggi fattura 50 MLN di euro l’anno e che nel solo 2015 ha prodotto 3 milioni e 400 mila turisti in Italia. Mentre gli Accompagnatori di Media Montagna attivi sono solo 300 in tutta Italia, per una figura riconosciuta solo in 3 regioni, dunque ampiamente bocciata dalla gente, dal mercato. Oggi una legge invece vorrebbe abbattere la figura professionale delle Guide Ambientali Escursionistiche, più vicine al territorio, amate dalla gente, sentinelle del nostro patrimonio italiano”. E’ una furia, Stefano Spinetti, Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE, Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche.
“Ben tre le proposte di revisione della Legge 6/89 sulla professione di Guida Alpina – ha proseguito Spinetti – presentate da alcuni deputati del Partito Democratico (Enrico Borghi e Roger De Menech), di Sinistra Ecologia e Libertà (Gianni Melilla) e del Movimento 5 Stelle (Andrea Vallascas). Proposte simili che sono state unificate nella discussione in Commissione Cultura e di cui una è identica anche nella punteggiatura a un documento stilato dal Collegio Nazionale Guide Alpine (CONAGAI) nell’aprile 2015.
Le proposte di modifica sostenute dal CONAGAI paradossalmente non prevedono, a dispetto del nome della legge, nulla o quasi che riguardi davvero la professione di Guida Alpina cioè l’alpinismo. In tali proposte si prevede la possibilità per le guide alpine di autodefinire quali siano le attrezzature alpinistiche cioè, in pratica, di autodeterminare quale sia l’ambito di attività professionale a loro riservato per legge; la trasformazione della figura dell’Accompagnatore di Media Montagna in Guida Escursionistica di Montagna; la creazione delle nuove figure della “guida canyoning”, “guida speleologica” e del “maestro di arrampicata”; la pretesa di mettere tutte le attività outdoor sotto il cappello delle Guide Alpine, che diventerebbero di fatto gli unici professionisti competenti su tutte le attività outdoor (non solo alpinismo ma anche escursionismo, torrentismo, speleo, guide vulcanologiche, ecc..) oltre che unici formatori autorizzati di tutte le professioni; la frammentazione dell’accompagnamento professionale in natura in ben 7 figure diverse (guida alpina, aspirante guida, guida escursionistica di montagna, guida vulcanologica, guida speleologica, guida canyoning e maestro di arrampicata); la possibilità per le sole Guide Alpine di svolgere anche le altre 5 professioni, mentre nessuna di queste potrebbe mai “sconfinare” negli altri ambiti; l’insistenza nel considerare solo l’ambiente montano. Una sorta di monopolio”.
AIGAE FIGURA DI SUCCESSO VOLUTA DALLA GENTE PER IL TERRITORIO
“Proposte di legge già bocciate dalla gente e dal mercato che è in continua evoluzione. Oggi il territorio va vissuto e narrato ecco perché sta avendo successo la figura professionale della Guida Ambientale Escursionistica in Italia e nel mondo. Già nel 1989, anno di promulgazione della legge in questione – ha continuato Spinetti – ci furono molti dubbi sulla figura dell’Accompagnatore di Media Montagna. Nel 1992 nacquero le Guide Ambientali Escursionistiche e la risposta del mercato fu immediata. Infatti sono meno di 300 Accompagnatori di Media Montagna attivi ad oggi e formati in tutta Italia dalle Guide Alpine, a fronte di una stima di 5.000 Guide Ambientali Escursionistiche formate dalle regioni o da corsi professionali ad hoc e ulteriori 5.000 tra gli addetti di parchi, aree protette e associazioni ambientaliste che si occupano di gestione, manutenzione, didattica e divulgazione. Il turismo è cambiato, il mercato ha promosso appieno la figura professionale della Guida Ambientale Escursionistiche, una figura più vicina alle richieste di mercato, non votata alla prova fisica dell’ascensione alla cima ma incentrata sugli aspetti descrittivi, evocativi, interpretativi e divulgativi dell’ambiente, oltre che al godimento turistico. Per diventare Guide Ambientali Escursionistiche si frequentano dei corsi e nel nostro caso si devono superare degli esami, avere una profonda conoscenza culturale ed inquadrare il territorio in tutto il suo contesto, turistico, ambientale, sociale, culturale. Infatti le nostre guide sono geologi, biologi, archeologi, naturalisti, esperti di turismo e tutte soggette a formazione continua.
Una figura professionale a tutto tondo, con operatività estesa a tutti gli ambienti naturali; una figura professionale moderna, indipendente e pienamente rispondente alle esigenze di mercato.
Negli anni il mercato del “turismo outdoor” o “turismo verde” si è profondamente trasformato così come sono cambiati i flussi turistici e la domanda, che si è progressivamente orientata verso un prodotto sempre meno di taglio sportivo o agonistico e sempre più dai contenuti didattici, educativi, culturali e conoscitivi ingenerale; in poche parole, un prodotto turistico”.
“L’insuccesso dell’Accompagnatore di Media Montagna rispetto alle necessità e richieste del “turismo verde” – ha concluso Spinetti – è comprovato dal fatto che dal 1989 al 2015 solo Lombardia, Abruzzo e Marche hanno reso pienamente operativa questa figura professionale.
Al contrario, nello stesso periodo sono state ben 14 le Regioni che hanno regolamentato la professione della Guida Ambientale Escursionistica (Val D’Aosta, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna, Basilicata).
AIGAE, l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, sin dal 1992, a fronte della sua esperienza, forte della rappresentatività degli oltre 3.300 associati professionisti, iscritta agli elenchi ricognitivi del Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013, si rende disponibile per un vero tavolo di confronto sull’argomento dell’accompagnamento in natura e chiede con forza che si confermi che l’esercizio della professione di Guida Ambientale Escursionistica è libero, eventualmente previa verifica delle competenze iniziali quale forma di garanzia per l’utente-consumatore (come anche richiesto nelle pronunce dell’Autorità Garante della Concorrenza).
E’ il mercato che ha bocciato l’Accompagnatore di Media Montagna, una figura professionale limitata ed inadeguata di cui – ed è evidentemente dimostrato dai numeri – non si è sentita e non si sente l’esigenza!
Appare evidente che il CONAGAI, consapevole della scarsa concorrenzialità di tale figura tenti di renderlo più simile alla guida ambientale escursionistica ma, soprattutto, tenti di rispondere alla fortissima crisi del mercato delle Guide Alpine regalandosi l’esclusiva nel mercato della formazione e l’assoluta prevalenza in tutti i settori dell’accompagnamento outdoor, anche in quelli che, fino ad ora, non hanno mai attratto il loro interesse professionale.
A questo punto occorre chiedersi se la formazione erogata dalle Guide Alpine sarebbe veramente qualificante per la nuova professione di Guida Escursionistica di Montagna.
La risposta è negativa per il semplice motivo che le Guide Alpine svolgono un altro mestiere: si occupano di alpinismo! Un’attività ben diversa e che non ha nulla a che fare con il racconto del territorio, le competenze sono completamente diverse”.