Per Romano Cordella, storico dell’arte e autore della guida ‘Norcia e il suo territorio‘, la cittadina umbra “rinascera’ dalle sue ceneri come la Fenice e forse trovera’ altre stagioni prosperose come quella appena stroncata. Ma con questo Terremoto Norcia perde un’altra parte del suo passato, irrimpiazzabile, cosi’ come e’ avvenuto in altri momenti della sua storia, per altri terremoti“. “Nel 1328 – spiega Cordella – perse la sua facies romanica e preromanica, nel Settecento tutta o gran parte della fase rinascimentale e barocca, nell’Ottocento la piu’ significativa fase settecentesca, i suoi palazzi vissuti, ammobiliati, decorati. Oggi Norcia perde parte della sua impronta ottocentesca che la rendeva cosi’ linda e distinta dalle fisionomie medievali tipiche delle altre citta’ umbre“.
A questo punto, osserva Cordella, “e’ assolutamente necessario che Norcia non perda i suoi presidi culturali costituiti dal Museo della Castellina, dal Criptoportico, dall’Auditorium, dall’archivio e biblioteca comunali e dalle tante chiese disseminate nel suo territorio“. E “occorre che sia dotata di una struttura sua a prova di bomba, atta a conservare, riunire, riparare le opere d’arte sempre costrette ad emigrare in tempo di emergenza come questo e poi a non piu’ ritornare”. “Quando sara’ tornata la quiete sismica – conclude Cordella – queste opere dovranno ritornare al loro posto, nelle chiese o nel Museo della Castellina, se si vuole che la comunita’ non perda uno alla volta i suoi gioielli a beneficio di altre comunita’ e se si vuole che i simboli e i fattori della sua identita’ non le vengano surrettiziamente sottratti“.