Trapianto: 2015 da record per donazioni di rene da vivente, candidati in aumento

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Boom nel 2015, e numeri incoraggianti nella prima metà del 2016, per il trapianto di rene da vivente. “E’ in assoluto la migliore opzione terapeutica per i pazienti in dialisi”, e anche per questo quella di Helene e Binta è “una storia bellissima di solidarietà“. Un esempio di amore salvavita. Lo spiega all’AdnKronos Salute Massimo Abelli, responsabile della Struttura di Chirurgia trapiantologica che si occupa di rene al Policlinico San Matteo di Pavia, protagonista di un progetto promosso dal mondo del volontariato e sostenuto dalla Chiesa Valdese, che ha permesso a Binta, 25enne senegalese residente a Piacenza, di ricevere un nuovo organo dalla sorella Helene, 21enne di un villaggio del Senegal.

Secondo i risultati dell’attività 2015 relativa a donazioni e trapianti di organi, tessuti e cellule – presentati in febbraio al ministero della Salute da Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) – l’anno scorso la donazione da vivente ha registrato un grande incremento: le donazioni di rene sono state 301 (contro le 251 del 2014) e quelle di fegato 23 (18 nel 2014). In particolare, per le donazioni di rene da vivente il 2015 ha segnato “un vero e proprio record”, sfondando per la prima volta la soglia dei 300 prelievi (+50 sul 2014, +74 sul 2013, +109 sul 2012).

I dati 2016 sono ancora preliminari, precisa Nanni Costa all’AdnKronos Salute, “ma almeno per quanto riguarda i primi 6-7 mesi dell’anno i numeri sono sovrapponibili a quelli del 2015. Con un aumento delle richieste di donazione, e quindi delle coppie donatore-ricevente in studio”. “Quest’anno – ricorda il numero uno del Cnt – abbiamo già avuto anche una donazione samaritana”, cioè di una persona che mette a disposizione un rene a vantaggio di malati sconosciuti, “e forse entro fine anno avremo la seconda catena”. Quanto alla donazione da parte di congiunti, “la richiesta sta aumentando – ribadisce Nanni Costa – e questo è un segnale positivo che cogliamo. Ora vogliamo vedere la risposta delle aziende e sappiamo ci sono centri, un esempio è Padova, che hanno messo in atto un grandissimo impegno” per cogliere la grande opportunità dei candidati donatori viventi. Intanto, da Pavia Abelli torna a ringraziare le associazioni Trapiantami un sorriso e Pavia-Asti-Senegal che hanno reso possibile un lieto fine per Binta ed Helene. “In tutta Italia i cittadini di origine extracomunitaria sono aumentati e continuano a crescere – osserva l’esperto – ma nel loro caso l’opportunità della donazione da vivente è complicata dal fatto che spesso i parenti candidati donatori risiedono all’estero, mentre la normativa prevede che possano accedere al programma di trapianto da donatore vivente persone iscritte al Servizio sanitario nazionale. E’ stato quindi grazie al sostegno del volontariato, che ha cercato il supporto della Chiesa Valdese già altre volte sensibile a progetti di valore sociale – evidenzia Abelli – che siamo partiti per il villaggio senegalese dove risiedono i parenti di Binta per studiarli sul posto, abbiamo potuto realizzare questo intervento e speriamo di eseguirne altri a breve. Le richieste ci sono, vedremo”. Binta oggi sta bene e viene dimessa, mentre la sorella Helene dopo un periodo di convalescenza dovrà tornare nel suo Paese. “Ma noi speriamo tanto di poterla riportare qui in Italia”, conclude il chirurgo.

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