Il tumore allo stomaco, provocato da una massa di cellule in crescita incontrollata, origina, nella maggior parte dei casi, dalla mucosa, ossia nella parte più interna della parete gastrica. Si parla in questo caso di adenocarcinomi. Meno frequentemente nasce dagli strati più profondi della parete (GIST, sarcomi), dal tessuto linfatico (linfomi) e, più raramente, da cellule che producono ormoni (carcinoidi).
FATTORI DI RISCHIO: Alcuni individui presentano un rischio più alto, rispetto ad altri, di sviluppare un tumore dello stomaco. I principali fattori di rischio riconosciuti per il tumore dello stomaco sono: fattori personali (età superiore ai 55 anni), sesso maschile, storia familiare (parente di primo grado affetto da tumore allo stomaco); fumo di sigaretta, dieta ricca di cibi conservati mediante essiccazione, salatura, affumicatura o in salamoia, consumo eccessivo di alcool, scarso apporto di frutta fresca e vegetali; storia clinica personale (persone che hanno subito in precedenza un intervento chirurgico allo stomaco, che soffrono di anemia perniciosa o di acloridria hanno un rischio aumentato di tumore allo stomaco); così come l’Helicobacter Pylori, che causa infiammazione e ulcera dello stomaco può aumentare il rischio di tumore. Tra gli altri fattori di rischio: obesità e condizioni ereditarie (patologie imputabili ad alterazioni genetiche ereditarie, come il carcinoma del colon ereditario non poliposico e la poliposi adenomatosa familiare).
SINTOMI: Tra i sintomi del tumore allo stomaco: gonfiore dello stomaco dopo i pasti, dolore addominale, nausea e vomito, pirosi (bruciore), perdita dell’appetito, diarrea e stitichezza, debolezza e stanchezza, disfagia (difficoltà nella deglutizione), sanguinamento (sangue nel vomito o nelle feci), perdita di peso immotivata, ittero (colore giallognolo degli occhi e della cute), ascite (presenza di liquido nell’addome).
DIAGNOSI: La gastroscopia è la procedura più utilizzata per la diagnosi dei tumori dello stomaco. Attraverso il gastroscopio, il medico può guardare direttamente l’interno dello stomaco, fotografare aree sospette ed eseguire una biopsia, che consiste nel prelievo di un campione di tessuto, esaminato al microscopio ottico, per la valutazione dell’ eventuale presenza di cellule tumorali. La biopsia è l’unico metodo sicuro per sapere se sono presenti cellule tumorali e, seppure fastidioso, non è doloroso. Tra gli altri esami: Rx del tratto digerente superiore, Tomografia Computerizzata (TC), Rx torace, ecografia, scintigrafia ossea.
CURA: Quando è possibile, la chirurgia è il trattamento di prima scelta e l’intervento prevede l’asportazione di tutto lo stomaco o di una parte di esso. La gastrectomia parziale elimina solo quella parte dello stomaco che contiene il tumore e parti di altri tessuti e organi vicini alla sede del tumore. Vengono asportati i linfonodi vicini e, se necessario, anche la milza. La gastrectomia totale, invece, elimina per intero lo stomaco, una piccola parte dell’esofago, i linfonodi vicini e in alcuni casi la milza. Il paziente è comunque in grado di mangiare e di inghiottire perché l’intervento prevede la connessione dell’esofago al piccolo intestino. La chemioterapia può precedere l’intervento chirurgico (chemioterapia preoperatoria o neoadiuvante), oppure può essere somministrata dopo l’intervento chirurgico (chemioterapia adiuvante) per distruggere eventuali cellule tumorali non rimosse con l’intervento chirurgico.
Infine, negli stadi più avanzati della malattia e/o dove non è possibile intervenire chirurgicamente, la chemioterapia è palliativa, con l’obiettivo di dare sollievo ai sintomi della malattia e al dolore, ma non in grado di guarire definitivamente la malattia. PREVENZIONE: Per prevenire l’insorgenza del tumore allo stomaco occorre adottare un’alimentazione di tipo mediterraneo, con abbondante frutta e verdura e poca carne alla griglia o affumicata sembra avere un effetto protettivo. Anche l’abbandono della sigaretta può aiutare. Inoltre esiste una relazione tra l’infezione da Helicobacter pylori e il tumore dello stomaco, quindi può essere utile, in caso di sintomi e di accertata presenza del batterio, procedere a una semplice terapia antibiotica che dovrebbe essere in grado di eliminarlo.