Viaggio a Bellagio nell’ incantevole Villa Melzi d’Eril

MeteoWeb

A Bellagio si trova un luogo incantevole: Villa Melzi d’Eril, pensata e realizzata da Francesco Melzi d’Eril, duca di Lodi e vicepresidente della Prima Repubblica Italiana al tempo di Napoleone, con progetto affidato all’architetto Giocondo Albertolli ed esecuzione dei lavori dal 1808 al 1810.

Di grande fascino è il laghetto di ninfee, particolarmente suggestivo quando si infiamma dei colori dell’autunno. Caratteristico il viale dei platani tagliati ad ombrello, per permettere di godere una passeggiata limitando la talvolta eccessiva calura estiva: per non parlare, poi, delle statue antiche e classicheggianti, del chiosco moresco, del padiglione/museo con cimeli legati alla storia di Francesco Melzi e all’epoca napoleonica nell’ex aranciera, adiacente la villa, tra cui una gondola veneziana trasportata a Bellagio per volere di Napoleone e due preziose antiche statue egizie.

VILLA MELZI D'ERIL 3In fondo al parco, nei pressi della dorsena di Loppia, la cappella di famiglia, progettata da Giocondo Albertolli, che custodisce pregevoli opere scultoree e, murata nella parete nord esterna, la porta dell’antica casa Melzi di Milano, attribuita al Bramante. Tra rare piante esotiche, alberi secolari, siepi di camelie, boschi di azalee e rododendri giganti, l’atmosfera è davvero suggestiva. La villa padronale, non visitabile, è stata ideata dall’Albertolli ed è un sobrio ed elegante palazzo neoclassico, appartenente alla famiglia Gallarati Scotti, erede dei Melzi d’Eril.

VILLA MELZI D'ERIL 2Molti furono gli illustri ospiti che soggiornarono alla villa: Eugenio Beauharnais e la sua consorte Augusta, l’Imperatore e l’Imperatrice d’Austria Ferdinando I e Marianna nel 1838, accompagnati dal principe Metternich, e l’Imperatrice di Russia Maria Feodorovna. Assiduo frequentatore del parco fu anche Franz Litz che, ospite della villa presso un tempietto in stile arabo, si dice abbia composto alcuni tra i suoi più famosi brani per pianoforte, tra cui la “suonata a Dante”.

Condividi