100 bebè prematuri nascono ogni giorno in Italia, il 17 novembre la Giornata mondiale

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Nati prima, attaccati a una macchina invece che al seno della mamma. Ogni giorno in Italia oltre 100 bambini nascono pretermine, e 10 di loro necessitano di un supporto artificiale per non morire appena venuti alla luce. I bebè prematuri sono in crescita costante, aumentati del 20% nell’ultimo decennio. Ma la buona notizia è che il miglioramento delle cure neonatali permette a questi bimbi – spesso tanto piccoli da stare in una mano – di diventare grandi come tutti gli altri. Le percentuali di sopravvivenza hanno registrato un +13% negli ultimi 100 anni, dato che porta con sé anche “implicazioni importanti per la cura e l’assistenza”. In occasione della Giornata mondiale della prematurità che si celebra domani 17 novembre, gli esperti si confronteranno sul tema a Roma durante un simposio organizzato alla Camera da Vivere Onlus, coordinamento che riunisce oltre 40 associazioni italiane di genitori di bambini nati prematuri. L’appuntamento è alle 15 in Sala del Refettorio, Palazzo di via del Seminario. Nel corso dell’evento verrà data lettura della Carta dei diritti del bambino nato prematuro: ognuno dei 10 articoli del documento sarà recitato e interpretato dai veri protagonisti (genitori, bambini, medici e personale sanitario), e commentato dalla sociologa Grazia Colombo. Per l’occasione sarà allestita la mostra fotografica itinerante ‘Little Heroes Exhibition’, realizzata in collaborazione con la Fondazione europea Efcni, che ha già fatto tappa al Parlamento europeo e diverse altre città in Europa. “Il miglioramento dell’assistenza neonatale e la diffusione delle Terapie intensive neonatali hanno portato a un netto aumento della percentuale di sopravvivenza, anche di bambini nati solo al quinto mese di gravidanza”, sottolineano i promotori del simposio. “Ma esistono vari gradi di prematurità che non sono solo semplici numeri. La differenza tra un neonato di 23 settimane e un neonato a termine è superiore a quella che passa tra un bambino di qualche mese e un adolescente, e la specializzazione dei reparti di terapia intensiva neonatale, il follow-up, l’intervento precoce e la profilassi risultano determinanti per il futuro di questi piccoli”. “La finalità del coordinamento nazionale Vivere Onlus, e in particolare di questo evento patrocinato dalla Camera dei deputati – afferma la presidente dell’ente Martina Bruscagnin, mamma di Giorgia nata di 26 settimane – è quella di porre l’attenzione nei confronti di questi piccoli bambini e di quelle che noi definiamo ‘famiglie premature’. Oltre all’aspetto prettamente clinico e scientifico, che ha fatto molti progressi e raggiunto livelli di eccellenza, seppure non uniforme in tutte le regioni italiane, devono essere presi nella dovuta considerazione quelli che sono i risvolti di una nascita pretermine che coinvolgono le fasi sensoriali, relazionali e motorie, con implicazioni di difficoltà nello sviluppo psico-affettivo e relazionale di tutta la famiglia”. “Una famiglia prematura, come lo è stata la mia – testimonia Bruscagnin – va sostenuta fin dalla nascita del bambino, attraverso la tutela di una legge sulla maternità e sulla disabilità, la presa in carico di servizi territoriali competenti ed adeguati, fino al supporto di operatori scolastici debitamente formati ad accompagnare questi piccoli bambini in crescita”.

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