Il 16 novembre del 1894, alle 17.52, un forte terremoto colpiva la Calabria meridionale, nell’attuale provincia di Reggio Calabria, causando gravi danni e almeno cento vittime. Il terremoto ebbe una magnitudo Mw 6.1 secondo il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani realizzato dall’INGV, sulla base dei documenti del passato e degli studi scientifici eseguiti nell’area. L’epicentro nei pressi di Palmi (RC).
Il terremoto devastò i centri di San Procopio, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Sant’Anna: qui l’intensità raggiunse il IX grado nella scala MCS. I morti furono circa cento (48 a San Procopio su 950 abitanti) e un migliaio i feriti. Il sisma colpì la Calabria meridionale e la Sicilia orientale ed ebbe effetti distruttivi in un’area di 80 chilometri quadrati compresa tra i Piani d’Aspromonte e la costa tirrenica.
La popolazione era già allertata dalle scosse precedenti, senza le quali il numero delle vittime avrebbe potuto essere maggiore. Secondo le cronache, e secondo quanto riportato sul CFTI4, “gli interventi di soccorso furono tempestivi: alcuni distaccamenti militari arrivarono rapidamente nei paesi colpiti e insieme al Genio Civile provvidero alle immediate esigenze di demolizione e di sgombero delle macerie; furono distribuite tende e coperte e inviate tavole per la costruzione di baracche e ripari provvisori per i senzatetto, che tuttavia si rivelarono insufficienti e di qualità scadente”.
I danni del terremoto non si limitarono soltanto all’area più prossima all’epicentro: a Messina e Reggio Calabria molti edifici furono lesionati, alcuni in modo grave, soprattutto nei muri divisori interni, nei soffitti e nei pavimenti. In oltre 110 centri abitati delle due province e dell’attuale provincia di Vibo Valentia furono rilevati danni analoghi di notevole entità. L’area dei danni leggeri si estese per circa 15.000 kmq, comprendendo anche parte della provincia di Catanzaro e alcune località delle Isole Eolie.