Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini comprende il gruppo montuoso più elevato dell’Appennino umbro- marchigiano e la sua vetta più alta, il Monte Vettore, raggiunge i 2.479 metri s.l.m., mentre i suoi molti comuni sono distribuiti tra l’Umbria e le Marche.
Nato nel 1993 con lo scopo di salvaguardare l’ambiente, promuovendo uno sviluppo socio-economico sostenibile, favorendone la fruizione ad ogni categoria di persone in modo da creare un “Parco per tutti”, il Parco, di oltre 70.000 ettari, è stato premiato, il 22 maggio 2003, in occasione della giornata Internazionale della Biodiversità, con il Panda d’Oro per la realizzazione del progetto “Ricostituzione degli Arbusti e reintroduzione del Pino mugo e dell’Abete bianco”.
Sia la flora che la fauna del Parco Nazionale dei Monti Sibillini sono sorprendentemente vari. La vegetazione, oltre che cambiare da regione a regione, da versante a versante, è legata anche alla quota.
Fino ai 1000 metri, circa, troviamo boschi di roverella, carpino nero e orniello, oltre abbiamo le faggete miste e poi quelle pure. Superando i 1700-1750 metri dobbiamo arrenderci ai pascoli che però ci regalano specie assai rare e pregiate come il genepì dell’Appennino, la stella alpina dell’Appennino e la Viola eugeniae.
Avventurandosi con il pensiero nei ghiaioni, la flora che si può immaginare include una specie rara, la Carex disticha che, nel Pian Grande, ha una delle sue due uniche stazioni italiane.La fauna del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è altrettanto interessante e non manca di “chicche” da scoprire passeggiando per i monti. Ci sono i soliti noti mammiferi come il lupo, l’elusivo gatto selvatico, l’istrice e il capriolo. Il cervo e il camoscio sono stati reintrodotti e si uniscono alla allegra compagnia.Tra gli uccelli l’aquila reale, ma anche lo sparviero, il gufo reale, il fringuello alpino e il picchio muraiolo. Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è ricco anche di rettili, vipera dell’Ursini compresa. Tra gli invertebrati spicca poi il chirocefalo del Marchesoni, endemico del lago di Pilato.
Quali attività praticare? Il trekking, molto praticato in tutta l’area, è facilitato da tracciati segnati e dalle visite guidate. Particolarmente interessanti sono alcuni sentieri a tema, come quello dello Zafferano, così chiamato perché ripercorre l’antica strada di coloro che portavano dall’Abruzzo l’antica spezia.
Anche l’arrampicata sportiva è molto diffusa nel parco, soprattutto nei versanti settentrionali del monte Bove. Per la struttura morfologica e le particolari condizioni ambientali, legate alle correnti atmosferiche, il parco è il regno del deltaplano e del parapendio. Altri sport, oltre allo sci durante la stagione invernale nella zona di Forca Canapine, sono il rafting e il canyoning lungo i fiumi.E’ possibile scoprire, in mountain bike, molti degli ambienti più suggestivi del parco, grazie a numerosi sentieri segnalati specifici per questa disciplina.