Astronomia, ecco Cerere: svelate le strutture brillanti nel cuore del cratere Occator [FOTO]

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Nuovi scatti firmati Dawn. La sonda NASA, messa a punto per studiare l’asteroide Vesta – “salutato” a settembre 2012 – e il pianeta nano Cerere – suo target attuale – ha realizzato due nuove cartoline che svelano le caratteristiche del suolo butterato e sfuggente del mini mondo.

La prima immagine – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – è stata catturata da un’altezza di 1.480 chilometri dalla superficie – una posizione che Dawn ha raggiunto lo scorso 16 ottobre cavalcando la quinta orbita – e mostra il prominente cratere Occator – 92 chilometri largo e profondo 4 – e le sue strutture brillanti nel centro. A parere degli esperti, tali macchie chiare, che emergono a contrasto con l’ombroso paesaggio circostante, sono segnali di una recente attività geologica: il materiale luminoso nel cuore di Occator sarebbe il risultato di processi di congelamento e sublimazione di un liquido salino presente nel sottosuolo, venuto alla luce in seguito ad un violento impatto che avrebbe innescato la risalita del liquido.

Gli scienziati del team di Dawn hanno diffuso poi una seconda immagine che mostra come Cerere apparirebbe ad un terrestre in viaggio nello spazio profondo: la vista in colori reali è stata realizzata dal German Aerospace Center attraverso un mosaico di scatti effettuati durante i sorvoli della prima orbita nel 2015, applicando alle camere di bordo i filtri rosso, verde e blu.

La sonda ha già prodotto centinaia di foto dal suo arrivo intorno al pianeta nano, il 6 marzo 2015. Dopo otto mesi di crociera ad un’altitudine di 385 chilometri – distanza inferiore di quella che ci separa dalla Stazione Spaziale Internazionale – ad agosto ha raggiunto quota 1.480 chilometri. Dal 4 novembre scorso Dawn è invece in marcia per raggiungere la sesta orbita (7.200 chilometri dalla superficie) che aggancerà nel mese di dicembre. L’obiettivo da perseguire nella nuova posizione sarà perfezionare i dati già raccolti sottraendo il rumore di fondo – generato dalla radiazione emessa dai raggi cosmici – al segnale prodotto dal pianeta nano, rendendo le misurazioni molto più dettagliate.

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