Violente, violentissime e dalla geometria “polarizzata”. Sono le superluminose, rovinose esplosioni stellari della famiglia delle supernovae con una carica energetica straordinaria e una simmetria anomala. Le supernovae – astri che concludono il loro ciclo vitale esplodendo – sono generalmente distinte a seconda della sorgente fisica che innesca la detonazione, che sia l’instabilità termonucleare nel caso di una nana bianca o l’esaurimento di combustibile nucleare che conduce al collasso per una stella massiccia.
Il fenomeno delle superluminose, più potenti delle già distruttive colleghe, è ancora al centro del dibattito tra scienziati: per vederci chiaro, un team internazionale di astronomi guidati da Cosimo Inserra del Queen’s University Belfast, ha realizzato un modello dell’astro morente SN2015bn osservato attraverso il Very Large Telescope dell’ESO.
L’obiettivo dello studio, condotto sulla base dei dati raccolti dal VTL prima e dopo il picco di luminosità della supernova in questione, è stato comprendere il legame tra forma e natura dell’esplosione. L’analisi spettro-polarimetrica – ovvero la raccolta di informazioni sulla polarizzazione della radiazione nello spettro di un oggetto – ha permesso di definire la geometria di SN2015bn attraverso un modello che la descrive di forma ellissoidale o bipolare.
Secondo i calcoli di Inserra e colleghi, questa configurazione non sferica – desunta dalla polarizzazione della radiazione poiché solo ciò che è perfettamente simmetrico non possiede uno spettro polarizzato – contribuirebbe a giustificare il temperamento violento delle stelle come SN2015bn.
Per il momento – spiega l’Agenzia Spaziale Italiana – si tratta solo di osservazioni preliminari che tuttavia potranno aprire la strada alla spettropolarimetria per lo studio dei fenomeni superluminosi dell’Universo.