Con questa immagine a falsi colori, il satellite Sentinel-2A ci porta sopra il deserto di Gibson, nell’Australia occidentale.
Con un’estensione di oltre 150.000 kmq, il deserto presenta terreni ghiaiosi ricoperti da erbe del deserto, così come rosse pianure sabbiose e campi di dune. Un periodo di siccità, negli anni ’80, costrinse la popolazione indigena dei Pintupi ad insediarsi nell’area centro-orientale del deserto, dove entrò in contatto con la società australiana, in quello che si crede sia stato uno degli ultimi eventi di primo contatto tra culture in Australia.
Sul lato sinistro di questa immagine a falsi colori possiamo osservare numerose forme particolari, in varie sfumature di blu. Questi sono i resti di aree bruciate di proposito dal popolo Pintupi allo scopo di favorire la crescita delle piante, o per spingere la selvaggina animale allo scoperto.
Gran parte della popolazione dei Pintupi si spostò verso gli insediamenti di altre culture quando, negli anni ’50, l’esercito britannico iniziò ad utilizzare la regione per test missilistici. Le aree da loro bruciate si ricoprirono di vegetazione, divenendo ancora più predisposte ad incendi causati dall’uomo o scatenati dalla caduta di fulmini, che bruciarono poi fuori controllo, lasciandosi alle spalle estesi segni dovuti agli incendi.
Nell’angolo in basso a destra dell’immagine possiamo distinguere una struttura circolare. Si tratta del cratere da impatto Connolly Basin, che si ritiene si sia formato circa 60 milioni di anni fa. Con un diametro di circa 9 km, il suo crinale si eleva per 25-30 metri sopra il bacino del cratere.
Questa immagine è stata acquisita dal satellite Sentinel-2A, del Programma europeo Copernicus, il giorno di Natale del 2015.
Questa immagine fa parte del programma Earth from Space video programme.