Alcuni giorni fa, nel corso della Cop22 – Conferenza Mondiale sul Clima a Marrakech (Marocco), ha avuto luogo il side event “Global Climate Action – Water Day. Strumenti volontari per l’adattamento locale: il potenziale dei Contratti di Fiume” promosso dalla Regione Abruzzo con il supporto scientifico di Eurac Research e organizzato con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente.
Di grande interesse per l’attuazione delle strategie e piani di adattamento ai cambiamenti climatici a livello regionale, è l’applicazione dei Contratti di Fiume ai fini della gestione dell’acqua e dei territori circostanti, caratterizzata dal coinvolgimento di diverse categorie di attori che realizzano di fatto un partenariato pubblico privato (PPP) quali enti pubblici non statali, settore privato e società civile.
Sono stati presentati, a tal proposito, esempi di attuazione realizzati a diversi livelli e regioni del mondo: i piani di adattamento regionale dell’Abruzzo e della Lombardia e alcuni contratti di fiume attivi; il bacino fluviale dell’Artois-Picardie (Francia); il contratto di falda dell’area del Souss-Massa, esperienza macedone e marocchina).
“Il nostro lavoro continua con grande impegno nonostante le difficoltà, mantenendo un ruolo di primaria importanza in ambito internazionale in questo nuovo corso di politica ambientale nel mondo – sottolinea il Sottosegretario Regionale con delega all’ambiente Mazzocca – I contratti di fiume in Italia rientrano nella strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, con misura a medio e breve termine, per aumentare la resilienza. Non solo, costituiscono anche valida opportunità e strumento per lo sviluppo e la crescita socio-economica dei territori”
Alla tavola rotonda ha partecipato Iris Flacco, Dirigente Dirigente Servizio Risorse del Territorio e Attività Estrattive Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali Regione Abruzzo insieme a Piero Pellizzaro, Fondatore di Climalia, prima società italiana di servizi climatici per la resilienza territoriale, Piero Di Carlo, Università degli Studi de L’Aquila e Paolo Angelini, dal Ministero dell’Ambiente.
“Si tratta di un’attivita’ assolutamente importante – ribadisce Iris Flacco – coerente con gli indirizzi nazionali e interessante da sviluppare per tutti gli altri organismi”.
L’evento e’ stato punto di partenza per riflessioni generali e per l’assunzione di iniziative di policy da parte di enti pubblici non statali che possano fornire sia informazioni circa i benefici possibili per i diversi soggetti partecipanti a un contratto di fiume, sia incentivi all’azione anche degli attori più tradizionalmente restii, spiegando gli effetti in termini di benessere e sviluppo sostenibile. E’ stato approfondito, quindi, il ruolo degli attori non-statali, e in particolare del settore privato – agricoltori, public utilities, turismo, ecc – nell’attuazione delle misure di adattamento, il loro contributo alla resilienza del territorio e quindi alla crescita economica, reddito e sicurezza dei residenti, rafforzabili dai partenariati con settore privato e società civile, secondo modelli ancora in parte inediti che richiedono di essere esplorati sul piano scientifico e testati su territorio da parte di enti pubblici innovativi.
I risultati dell’incontro saranno trasferiti anche a livello locale affinche’ le discussioni della Cop22 coinvolgano cittadini, imprese e tutti i livelli amministrativi rilevanti nell’attuazione delle misure per la resilienza, con una governance multilivello che coniughi le azioni dei diversi livelli e degli altri stakeholder.
I partecipanti, infine, hanno proposto di istituire un network volontario attraverso cui continuare lo scambio di esperienze, con riferimento alle principali esigenze emerse durante il dibattito: coordinamento verticale, efficace partecipazione degli stakeholder alla governance dei contratti di fiume, sistemi di controllo dell’attuazione dei contratti di fiume e delle direttive comunitarie in materia di acqua, metodi per un efficace coinvolgimento del settore privato attraverso il ricorso alle PPP ed elaborazione di politiche d’incentivo alla partecipazione di soggetti privati e non-statali a iniziative in grado di aumentare la resilienza territoriale.