Il menu del giorno del Ringraziamento, che oggi vedra’ le famiglie americane riunirsi intorno alla tavola, costera’ all’ambiente 22 chilogrammi di CO2. Tante, infatti, sono in media le emissioni di anidride carbonica causate dal coltivare e allevare i cibi per il pasto, e poi dal cucinarli. E’ quanto sostengono i ricercatori della Carnegie Mellon University, che hanno calcolato l’impronta di carbonio del tipico Thanksgiving Day – tacchino arrosto farcito con salsiccia e mela, fagiolini in casseruola e torta di zucca – in ognuno dei 50 Stati degli Usa. Girando per gli Stati Uniti l’impatto ambientale dei piatti cucinati varia sensibilmente. Nel Vermont e’ di appena 90 grammi di CO2, e nel Maine di 5,7 kg, essendo questi due Stati che si alimentano prevalentemente con energie rinnovabili.
L’impatto e’ invece elevato dove nel mix energetico e’ molto presente il carbone: West Virginia (36 kg di CO2), Kentucky (35 kg) e Wyoming (34 kg). Cucinare un tacchino da 7 kg in un forno elettrico, ad esempio, causa emissioni di CO2 per 14,5 kg nel Wyoming e di 1,3 kg nel Maine. E le emissioni non sono solo nel piatto: “Portare i parenti a tavola puo’ facilmente far raddoppiare l’impronta di carbonio del pasto”, spiegano gli esperti. “Le auto americane emettono circa 250 grammi di CO2 per chilometro”, e se si viaggia in aereo va anche peggio: “Quattro persone che volano per 900 km tra andata e ritorno hanno un’impronta di carbonio pari a dieci volte quella del pasto del Ringraziamento”.