Non in tutte le aree del mondo i nuovi scenari disegnati dall’innalzamento delle temperature potrebbero avere effetti totalmente negativi, come per esempio un aumento della desertificazione. Alle alte latitudini, come quelle della Siberia, l’innalzamento della colonnina di mercurio potrebbe portare discreti benefici perche’ potrebbe trasformare quelle aree in sterminate zone di produzione agricola. Per questa ragione il governo russo ha deciso di avviare una serie di studi e di ricerche che verranno effettuate sul campo, grazie alla competenza acquisita da scienziati italiani. Questa mattina infatti, a Marrakech, dove e’ in corso la riunione sul clima delle Nazioni Unite, la Cop 22 nel padiglione italiano sono stati presentati i 4 progetti che sono alla base di un accordo di cooperazione sottoscritto tra il Centro euromediterraneo di ricerca sui cambiamenti climatici e il governo russo.
Il governo di Mosca finanzia infatti una serie di iniziative che vedono un ruolo centrale della Fondazione CMCC e della sua capacita’ di svolgere ricerca avanzata su come la conoscenza dei cambiamenti climatici possa avere ripercussioni positive su impresa, biodiversita’, agricoltura, energia rinnovabile. Con l’Universita’ di Vladivostok un centro di ricerca per lo studio impatti climatici nella Russia Asiatico-pacifica, a Mosca un laboratorio di innovazione avanzata per la robotica applicata all’agricoltura, a San Pietroburgo un polo tecnologico per il fotovoltaico organico, una piattaforma internazionale per progetti di innovazione che coniughino valore economico e tutela del capitale naturale. Le regioni piu’ orientali della Russia, sono tra le aree in cui gli scenari climatici disegnano un significativo aumento di temperatura per i prossimi anni.
Gli effetti che ne possono derivare sono contrastanti: “Da una parte – spiega Riccardo Valentini del CMCC, dell’Universita’ della Tuscia e uno dei principali esperti in questa collaborazione internazionale – si evidenzia un’opportunita’ per l’agricoltura perche’ temperature piu’ calde in queste aree potranno associarsi alla disponibilita’ di nuove colture e ad un miglioramento della produzione agricola che puo’ rappresentare una possibilita’ di sviluppo economico per la regione“. Allo stesso tempo pero’, la risposta delle foreste e degli ecosistemi naturali in genere, potrebbe avere impatti negativi che riguardano la perdita di biodiversita’, di naturalita’, di aree forestali. “Stiamo ancora studiando cosa potrebbe accadere, ma ci sono segnali di vulnerabilita’ dal punto di vista delle risorse naturali”, spiega ancora Valentini. A questi studi sara’ dedicato un centro di ricerca completamente nuovo dove scienziati dell’Universita’ di Vladivostok e del CMCC lavoreranno insieme per analizzare gli impatti dei cambiamenti climatici nella regione Asiatico-Pacifica della Russia, evidenziando opportunita’ e vulnerabilita’ in tema di agricoltura, risorse idriche, biodiversita’ e turismo. Mentre in un prossimo futuro e’ previsto che si aprano nuovi settori di studio sull’Artico e sugli oceani.