Fidel Castro e il segreto della sua pianta “magica”

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Fidel Castro, morto ieri sera a L’Avana, all’età di 90 anni, aveva ‘coltivato’, soprattutto negli ultimi anni, il suo storico interesse per l’agricoltura, e in particolare aveva sviluppato una vera e propria passione per una pianta, la moringa oleifera, da lui stesso considerata la “ricetta per salvare il pianeta“. Secondo molti sarebbe stata anche questa pianta uno dei segreti di longevità del Lider Maximo. La moringa oleifera è un arbusto noto anche come “l’albero della vita” e le sue foglie sarebbero una panacea sia dal punto di vista nutrizionale che terapeutico. La moringa infatti contiene più proteine del latte e più vitamine dell’arancia. Fidel da anni avrebbe creato nel suo giardino una piantagione privata di moringa. Si narra, infatti, che non ci si sia stato ospite, da Lula a Evo Morales, Nicolás Maduro, François Hollande a Maradona, al quale non abbia illustrato i benefici e le virtù dell’arbusto miracoloso. La moringa “è l’unica pianta che contiene ogni tipo di amminoacido e ha decine di proprietà medicinali, dai suoi effetti sul sistema digestivo fino agli effetti sul sonno“, aveva sempre sostenuto il Lider Maximo, convinto che sia anche una soluzione importantissima nella lotta alla denutrizione. Da quando passò il testimone al fratello Raul, dieci anni fa, Fidel aveva cominciato a dedicare molto tempo al giardinaggio, ma l’interesse per l’agricoltura e il mondo rurale risaliva molto addietro negli anni. Lui, figlio di un ricco proprietario terriero di Biran, nella provincia di Holguin, aveva difeso in passato l’autosufficienza alimentare così come la necessità di uscire dalla monocoltura della canna da zucchero, eredità del colonialismo. Ma la passione per la moringa è andata ben oltre il giardino di casa Castro. Cuba sta investendo su questa pianta, con ettari e ettari di piantagioni, ed è in corso una cooperazione con la Cina attraverso strutture di ricerca nello Yunnan oltre che a L’Avana, per studiarne il potenziale nutrizionale e terapeutico.

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