Medicina: donne più colpite da malattie reumatiche, nasce il gruppo di studio Sir

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Oltre 100 patologie e numerose differenze tra uomo e donna. Sono le malattie reumatiche, che secondo le stime in Italia riguardano più di 5 milioni di persone di ogni età, di cui circa il 70% di sesso femminile, spesso in età fertile. In questo quadro, per fornire risposte più adeguate nasce un gruppo di studio della Societa italiana di reumatologia (Sir) sulla medicina di genere e parte una collaborazione con l’Istituto superiore di sanità. Iniziative che saranno presentate al 53° Congresso nazionale Sir che si è aperto a Rimini. Il gruppo di studio sulla medicina di genere, sarà coordinato da Angela Tincani, Unità operativa Reumatologia e Immunologia, Spedali Civili di Brescia, e avrà il compito di indagare le differenze in termini di possibili cause, manifestazioni e risposte alle terapie, tra uomini e donne affetti da malattie reumatiche.

Il gruppo – precisa Tincani – seguirà principalmente tre filoni di ricerca: il primo riguarda la malattia di per sé con l’intento di valutare la diversa espressione delle patologie reumatiche nei due sessi e la comprensione del ruolo dei farmaci con i possibili effetti diversi sulla popolazione maschile e femminile. Il secondo indagherà l’impatto della malattia sulla pianificazione familiare, con particolare focus su quello che riguarda gli aspetti della Salute al femminile come contraccezione, gravidanza e allattamento, sessualità e menopausa. Infine si verificherà il benessere a lungo termine dei figli di genitori con malattie reumatiche, in relazione alla possibile particolare genetica ed epigenetica”.

Tra le patologie reumatiche, le malattie autoimmuni hanno in genere una maggiore prevalenza nelle donne rispetto agli uomini e sono considerate fra le principali cause di disabilità per il sesso femminile. In particolare, una forte disparità di genere si osserva in alcune malattie come la sindrome di Sjogren, il lupus eritematoso sistemico (Les), le patologie autoimmuni della tiroide e la sclerodermia, che presentano una frequenza 7-10 volte più elevata nelle donne rispetto agli uomini. Meno significativa, anche se sempre a svantaggio delle donne, è la prevalenza di malattie quali l’artrite reumatoide e la miastenia grave, che sono 2-3-volte più frequenti nelle donne rispetto agli uomini. Rapporto e differenze tra i due universi, quello maschile e quello femminile, che possono variare anche all’interno della stessa patologia, in base all’età: per l’artrite reumatoide il rapporto donna/uomo è di 3 a 1 intorno ai 50 anni, di 2 a 1 dai 55 ai 65 anni, e di 1 a 3 per gli over 75.

Questo non significa dunque che gli uomini ne siano esenti, solo che è meno frequente che si ammalino di alcune tipologie specifiche. Morbo di Paget e spondilite anchilosante, ad esempio, hanno invece una maggiore prevalenza maschile e quest’ultima in un rapporto addirittura di 9 uomini per ogni donna“, evidenzia Mauro Galeazzi, presidente eletto Sir. Ci sono infine malattie che non mostrano particolari differenze nella loro manifestazione: è il caso della psoriasi, che colpisce uomini e donne senza prevalenze legate al genere. “Molte delle patologie reumatiche, in particolare quelle autoimmuni – afferma Tincani – non differiscono tra uomini e donne solo in termini di prevalenza, ma si registrano significative differenze anche per quanto riguarda la gravità dei sintomi, il decorso della malattia, la risposta alla terapia e la sopravvivenza. Solo in questi ultimi anni, però, è cresciuta l’attenzione verso queste differenze. E’ stato infatti riportato come finora la maggior parte dei trial clinici siano stati in prevalenza condotti su una popolazione maschile con un evidente sbilanciamento dei possibili risultati, alla luce di quello di cui la medicina di genere si sta occupando“.

La medicina di genere, negli ultimi anni, è stata fortemente promossa dalle istituzioni internazionali e italiane. La Sir, insieme all’Iss, sta preparando un Progetto multicentrico specificamente dedicato all’effetto dei farmaci e alle differenze di genere per la terapia delle malattie reumatiche. “Il genere rappresenta una determinante fondamentale di Salute – afferma Elena Ortona, Centro di riferimento Medicina di genere, Iss – ed è per questo che ci si sta orientando sempre di più nel cercare di capire perché nella grande maggioranza delle malattie reumatiche e autoimmuni le donne e gli uomini presentino differenze di incidenza, di manifestazioni cliniche e, spesso, di risposta alla terapia. La comprensione dei diversi meccanismi che sottendono a queste differenze rappresenta una sfida chiave del prossimo decennio”. “Come sottolineato da recenti articoli apparsi sulle maggiori riviste internazionali – prosegue – lo studio e la comprensione delle differenze biologiche, legate al sesso, e quelle più complesse, socio-culturali, legate al genere, possono portare a un grande cambiamento e a un miglioramento sia nella diagnostica sia nella terapia. Lo sviluppo della medicina di genere ha il fine ultimo di garantire equità e appropriatezza della cura, e siamo fiduciosi che il progetto in collaborazione con Sir possa fare luce su molti degli aspetti ancora non noti legati alle diverse manifestazioni e all’evoluzione delle malattie reumatiche nei due sessi”.

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