Di ipertensione, o pressione alta, soffrono in Italia oltre otto milioni di persone e gran parte di queste ignorano di avere questo problema. “Ma gli studi clinici – come è stato affermato stamani dagli esperti, nel corso di un convegno presso l’Università di Padova – vengono in soccorso a chi ne soffre con nuove terapie farmacologiche“. Per Mario Plebani, dell’Ateneo patavino, “la frequenza dell’ipertensione, causata dai disturbi dell’asse renina angiotensina aldosterone incide molto piu’ di un tempo sulle condizioni di salute delle persone. Ed il dato arriva dalle migliorate capacità diagnostiche dei medici“.
I moderni metodi di valutazione del sistema Renina-angiotensina-aldosterone ed il loro rapporto favoriscono la diagnosi nei pazienti colpiti da ipertensione. Lo ha sostenuto Gian Paolo Rossi, ordinario dell’Università di Padova, intervenendo al convegno sulla terapia aldosteronica e i nuovi sviluppi farmacologici nella cura dell’ipertensione. Durante la presentazione dei recenti studi sulle cause della pressione alta, è stato sottolineato poi il tema della diagnostica e delle cause dell’ipertensione, che ha risvolti importanti sul trattamento dei pazienti, e che indica anche quali strumenti ci sono nell’affrontarla.
“Non vi è dubbio – per Plebani – che la determinazione dell’aldosterone, della renina e la traduzione nel referto del rapporto tra aldosterone e renina rappresenti il primo passo per dare risposte ai pazienti colpiti da ipertensione“.
Il convegno promosso presso l’università di Padova ha posto l’accento sul sistema renina angiotensina, ritenuto uno dei più importanti fattori per la regolazione della pressione arteriosa. Gioca un ruolo fondamentale non solo nel causare l’ipertensione ma anche nella fisiopatologia dello scompenso cardiaco, hanno detto gli esperti.
Secondo Rossi generalmente, quando si parla di questo sistema, si tende a dimenticare uno degli attori fondamentali, che e’ l’aldosterone. Si tratta di un ormone essenziale per il mantenimento del nostro patrimonio di sodio ed acqua. In determinate condizioni, sia nell’ipertensione che nello scompenso cardiaco, una produzione eccessiva di questo ormone gioca un ruolo importante nel peggiorare la prognosi dei pazienti. Il convegno quindi è stato dedicato alla terapia farmacologica che blocca le azioni dell’aldosterone sul suo recettore. Si tratta cioè di farmaci antialdosteronici. (AdnKronos)