Nell’Italia centrale e meridionale è in pieno svolgimento in queste settimane la raccolta delle olive. La produzione dell’olio è fortemente condizionata da quello che è stato l’andamento meteorologico dell’annata.
Guardando agli ultimi anni ad esempio, nel 2012 la produzione è stata scarsa a causa del lungo periodo di siccità estiva, che si protrasse per quasi tre mesi. La mancanza di pioggia fa sì che le olive crescano poco. Tuttavia attenzione: troppa acqua può abbassare di molto la resa.
Una delle insidie principali nella produzione dell’olio d’oliva è legata ai parassiti che possono colpire l’olivo.
La piovosità e le temperature elevate possono causare attacchi da parte di insetti parassiti, in particolare la mosca olearia e la tignola dell’olivo, che in alcune zone determinano la caduta delle olive prima della raccolta, con un notevole danno economico per i produttori.
L’olivo (Olea europaea) – di cui esistono numerosissime varietà – è un albero tipicamente mediterraneo, che cresce bene sulle colline del Centro e del Sud ed in alcune zone con clima mite del Nord, come la Riviera Ligure o la zona dei laghi. La pianta infatti non sopporta temperature troppo rigide: già a pochi gradi sotto lo zero le foglie cominciano ad essere danneggiate, a -7 gradi viene danneggiato anche il legno.
Gli anni in cui il termometro è sceso molti gradi sotto lo zero, sono stati disastrosi per gli oliveti. In particolare si ricordano gli inverni del 1929, 1956 e del 1985, quando la temperatura raggiunse record negativi anche nel centro Italia facendo strage fra gli olivi. Molti degli esemplari attuali furono ripiantati dopo il 1956 ed il 1985. In alcune zone del nord dove erano scomparsi gli oliveti a causa delle gelate di quegli anni, solo recentemente si sta cercando di ripiantarli, confidando nell’aumento medio delle temperature.
L’ondata eccezionale di neve e gelo del 2012 non ha fortunatamente causato danni di simili proporzioni.