Microplastiche in tutti i laghi monitorati, Iseo e Maggiore in testa. Sono i risultati del primo studio preliminare sul microlitter negli ecosistemi lacustri presentato a Ecomondo da Legambiente ed Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Un’analisi della tipologia delle plastiche campionate durante le campagne estive di Legambiente Goletta Verde e Goletta dei laghi 2016, indirizzate non solo a fare la conta delle tipologie di materiale dei rifiuti trovati e la loro caratterizzazione chimica, ma anche a individuare soluzioni per il loro possibile recupero, progetto che gode della partnership di Mareblu e di Novamont.
“Neanche i laghi sono esenti dal problema delle microplastiche, ritrovate in tutti i campionamenti eseguiti”, sottolinea Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente. Nell’edizione 2016 di Goletta dei Laghi è stato effettuato un primo studio preliminare sulla presenza di microplastiche nei laghi italiani, un lavoro che ha visto la collaborazione tra Legambiente, Enea, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e Arpa Umbria. Mentre gli studi sulla presenza di microplastiche in ambiente marino sono cominciati già negli anni ’70, gli studi sui laghi sono ancora pochi, specialmente in Italia.
I risultati riportati si riferiscono a cinque laghi: Maggiore, Iseo, Garda e i laghi di Bolsena e Albano nel Lazio e sono relativi alle particelle rinvenute con dimensione compresa tra 1 e 5 millimetri. In tutti i campioni analizzati sono state trovate microplastiche: un dato inconfutabile – sottolineano Legambiente ed Enea – sulla diffusione di questa contaminazione in ambiente lacustre, nonostante le diversità di ogni lago.
Stando allo studio condotto, i laghi in cui sono state trovate più particelle sono l’Iseo e il Maggiore, con valori medi di densità di 40.396 e 39.368 microplastiche su chilometro quadrato di superficie campionata. I laghi di Bolsena e di Garda presentano densità medie simili, rispettivamente 26.829 e 25.259 particelle su chilometro quadrato. Il lago in cui è stata trovata la minore quantità di microplastiche è il lago Albano, con una media di 3.892 particelle su chilometro quadrato.
Contestualmente alla densità di particelle, sono state fatte analisi sulla loro forma e ipotesi sulle fonti. I frammenti costituiscono il 70% di tutte le particelle e sono presenti in tutti i laghi, così come i filamenti ma in percentuali minori (6,8%). Le particelle di polistirolo (che costituiscono il 14% del totale) sono state rinvenute solo nei laghi subalpini mentre nei laghi laziali spicca la presenza dei frammenti a forma di foglio (7,2%).
Nel caso di frammenti e fogli, le fonti principali si possono individuare nella disgregazione dei rifiuti di maggiori dimensioni; i filamenti, invece, sono riconducibili a cordame, tessuti sfilacciati e fibre tessili sintetiche derivanti dagli scarichi delle lavatrici; per quel che riguarda il polistirolo l’origine è legata alle lavorazioni industriali, imballaggi o attività di pesca. (AdnKronos)