In provincia di Macerata, nelle Marche, si trova il comune di Castelsantangelo sul Nera, già danneggiato dal sisma del 24 agosto. Situato lungo le pendici del monte Cornaccione, a 725 metri di altitudine sul livello del mare, lambito dal fiume Nera, è depositario di una ricca storia.
La zona è interessata da ritrovamenti preistorici probabilmente perché ricca di acque: difatti nei suoi pressi sono situate le sorgenti del fiume Nera e lo stabilimento di imbottigliamento delle acque minerali. Il nome della cittadina e del suo protettore, San Michele Arcangelo, insieme a quelli di alcune località circostanti, inducono a pensare ad una possibile derivazione longobarda del sito, seppure non manchino ipotesi di una diversa attribuzione del nome in epoca successiva. Si sa per certo che nel Medioevo dipendeva dal castello di Norcia fino al 1255 quando, insieme alla stessa Norcia, venne inglobato tra le Guaite di Visso.
Solo nel 1522 Castelsantangelo si liberò definitivamente del “protettorato” di Norcia, quando quest’ultima venne battuta dai vissani e dagli stessi soldati di Castelsantangelo, nella battaglia del Pian Perduto. Di quel periodo si conservano le mura e l’impianto urbanistico del XV secolo. Armoniosamente integrato nella natura che lo avvolge, in uno scenario pittoresco, selvaggio e di straordinaria bellezza, Castelsantangelo sul Nera vanta numerose attrattive turistiche: il nucleo storico è circondato dalla cinta muraria con le sue cinque porte di accesso che conservano ancora le decorazioni originarie e la torre che domina tutto il paese.
Spettacolari la chiesa di San Sebastiano, costruita nel 1528, che presenta affreschi del 1700; la chiesa di Santo Stefano, parrocchiale, risalente al 1300 circa, considerata contemporanea alla fondazione del paese, con la sua solenne torre campanaria e, all’interno, un fonte battesimale in pietra del XIV secolo; la chiesa di San Martino, romanica, che custodisce affreschi quattro-cinquecenteschi di Scuola Umbra. Oltrepassato il doppio arco della porta Nocrina, si sale fino al monastero di San Liberatore, dell’anno 1000, in cui hanno abitato le monache benedettine e dal 1958 vivono le monache dell’Ordine di Nostro Signore della Provvidenza.
Il paese si trova all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed è quindi un importante punto di partenza per escursioni, passeggiate a piedi e in mountain-bike e anche a cavallo. Grazie alla sua posizione in una natura incontaminata e vicino anche agli impianti da sci è molto frequentato per soggiorni estivi ed invernali. Tutto il territorio comunale risulta essere di grande bellezza, ma particolarmente suggestivi sono l’altopiano di Pian Perduto, a 1345 metri, Forca di Gualdo a 1469 metri e Fonte del Lupo a 1775 metri.