La dicitura “Livelli essenziali di assistenza”, abbreviata con l’acronimo LEA, sta ad indicare l’insieme di servizi e prestazioni che devono essere fornite dal servizio sanitario nazionale, a tutti i cittadini. Il monitoraggio dei LEA è una attività di vitale importanza per valutare l’efficacia dell’assistenza sanitaria nell’ambito del territorio nazionale.
Di recente è stata fatta richiesta al ministero della Salute, da parte di numerose associazioni, tra cui la Società italiana obesità e l’Associazione italiana dietetica, unitamente al Centro di studio e ricerca sull’obesità dell’Università degli Studi di Milano, di inserire l’obesità nei LEA, in quanto malattia riconosciuta, dovuta non solo a una cattiva alimentazione e stili di vita malsani, ma anche ad alterazioni a livello genetico che modificano il metabolismo, esponendo maggiormente la persona al rischio di sviluppare obesità e di conseguenza all’originarsi di patologie ad essa connesse quali, ad esempio, diabete ed ipertensione.
La qualità della vita di un soggetto affetto da obesità cala drasticamente, con ripercussioni su tutto l’organismo del malato: una massa corporea eccessiva influenza negativamente le funzioni di numerosi organi vitali, tra cui reni, fegato, apparato cardiovascolare, respiratorio e riproduttivo.
Dati statistici mostrano come metà dei cittadini italiani sia in sovrappeso, con un trend in continua crescita: 57’000 morti annue per obesità contribuiscono a rendere lo scenario sempre più preoccupante. Oltre alla necessita di una sana educazione alimentare unita ad una corretta informazione circa diete e alimentazione per contenere il peso, Inserendo l’obesità nei LEA, i soggetti affetti potrebbero trovare finalmente un supporto concreto nel superare la malattia: tra le possibili vie da percorrere dal punto di vista sanitario non è da sottovalutare anche fornire un adeguato supporto personale ed emotivo al soggetto affetto da obesità.
Come in ogni tematica di tipo sanitario però, un punto chiave ed assolutamente necessario per contrastare una patologia, viene ben prima della cura: è fondamentale infatti un’adeguata prevenzione. Prevenzione che andrebbe sviluppata con adeguate campagne di informazione e sensibilizzazione, oltre che con un adeguamento della pratica medica: tra le diverse richieste presentate al ministero della Salute, troviamo infatti quella di inserire la misura della circonferenza della vita nella pratica medica routinaria, come primo parametro per valutare il rischio di obesità nel soggetto visitato.
È inoltre molto importante porre l’attenzione sulle fasce d’età più giovani: numerosi sono i bambini in sovrappeso già dalla più tenera età ed è proprio per questo che va sottolineata l’importanza della prevenzione e della sensibilizzazione verso i più piccoli, portando la tematica nelle scuole e predisponendo adeguate misure di intervento con specialisti dediti nello specifico alla cura dell’obesità, che possano guidare i pazienti nel percorso di guarigione.
Quest’ultimo punto è molto importante da comprendere: l’obesità è una patologia che, come già illustrato, colpisce da più punti l’organismo, ed è quindi necessario ed opportuno innovare l’approccio medico, prevedendo ad esempio la figura di uno specialista medico che possieda competenze in tutti gli ambiti richiesti, piuttosto che costringere il paziente a rivolgersi a specialisti diversi che si ritroverebbero ad affrontare separatamente gli aspetti endocrinologici,alimentari e psicologici della malattia.
Per i casi di obesità più grave è possibile affidarsi alla chirurgia bariatrica, che sta registrando un maggior consenso negli ultimi anni, con un aumento del numero di interventi effettuati, ma che resta indietro rispetto alle medie di altri stati europei. La chirurgia bariatrica si presenta come rimedio drastico per situazioni in cui tutte le terapie alimentari, comportamentali e farmacologiche falliscono, ma è ovvio sottolineare come sia di gran lunga preferibile evitare di arrivare a casistiche così complicate.
In definitiva la prevenzione risulta la base fondamentale per la lotta all’obesità: tale percorso trova la sua espressione in stili di vita sani, che prevedono anche un’adeguata attività fisica e soprattutto delle corrette abitudini alimentari. Seguendo diete sane e ponderate sulla propria persona è possibile contenere il proprio peso e, qualora sia necessario, dimagrire in modo sano e controllato, rientrando nei valori di indice di massa corporea più idonei allontanando di molto il rischio di complicazioni più serie.
Dott. Angelo Vargiu – Sociologo della Comunicazione, Web writer