Il Piano per la ricostituzione di stock di pesce spada nel Mediterraneo, proposto dall’Esecutivo Ue e accolto dai Paesi della costa Sud del Mare Nostrum, e’ un’ancora di salvezza che l’Unione europea ha contribuito a gettare. Cosi’ il commissario Ue alla pesca Karmenu Vella esprime la propria soddisfazione per la decisione odierna presa dall‘Assemblea dell’Iccat (l’organizzazione internazionale per la conservazione dei tunnidi nell’Atlantico e nel Mediterraneo), di introdurre un piano di recupero per il pesca spada nel Mediterraneo. Piano che avra’ inizio nel 2017 e si applichera’ – spiega Bruxelles – ”per i prossimi 15 anni con l’obiettivo di raggiungere il rendimento massimo sostenibile” per la specie. Gli altri partner coinvolti in questa attivita’ di pesca sono Tunisia, Marocco, Algeria, Turchia e Libia, con cui l’Ue dovra’ suddividere il totale ammissibile di catture di 10.500 tonnellate (equivalente alle catture globali del 2015 ndr), che verranno ridotte gradualmente nei prossimi 5 anni fino a un massimo del 15%. L’accordo raggiunto – sottolinea ancora Bruxelles – migliora anche le misure tecniche e di controllo nel settore. Questo include l’aumento della dimensione minima per proteggere il novellame, il controllo della pesca sportiva e ricreativa, la registrazione e la segnalazione delle catture, l’introduzione di un regime di ispezioni internazionali e l’invio di osservatori scientifici. Il piano tiene pure in considerazione le specificita’ socio-economici della piccola pesca artigianale in tutto il Mar Mediterraneo.